Dopo le ultime novità si apre un bivio: o il Governo di Giorgia Meloni interviene per andare definitivamente oltre la legge Fornero oppure dovremo lavorare più di 43 anni. Tertium non datur!
Andare oltre la legge Fornero sembra impossibile a quanto pare: il sistema previdenziale italiano è troppo fragile, troppo instabile ed eliminare un’età fissa per accedere alla pensione rischierebbe di farlo crollare del tutto nel giro di pochissimi anni. Ce ne siamo fatti una ragione ormai.

Per quanto abolire la legge Fornero sia uno degli obiettivi di legislatura dell’attuale Esecutivo, forse non avverrà né in questa legislatura né nella prossima a meno di non trovare una quadra per accontentare tutti. Però qualcosa bisogna fare e bisogna farla anche in fretta.
Un “cavillo” della legge Fornero deve essere rimosso o modificato altrimenti, a breve – molto prima di quello che pensiamo – dovremo lavorare per più di 43 anni della nostra esistenza: forse moriremo prima di incassare il primo assegno dell’Inps. Le intenzioni da parte del Governo ci sono: ora mancano i decreti.
Pensioni: presto dovremo lavorare più di 43 anni
Il Governo di Giorgia Meloni è chiamato ad un compito difficilissimo: andare oltre la legge Fornero ma senza far crollare le casse dell’Inps che verrebbero, senza dubbio, messe in ginocchio da una marea di uscite anticipate dai luoghi di lavoro. Che fare allora? Il nodo si fa sempre più difficile da sciogliere.

Tutti conosciamo le “basi” della legge Fornero: per accedere alla pensione di vecchiaia occorre avere almeno 67 anni di età e non meno di 20 anni di contributi. In realtà questa formula è quella molto semplificata ma ci sono una marea di dettagli e cavilli che la maggior parte delle persone non conosce.
La legge Fornero ha stabilito che per poter accedere alla pensione è necessario soddisfare sia un requisito anagrafico che un requisito contributivo: il fatto che oggi il requisito anagrafico corrisponda a 67 anni non è detto che sarà così anche in futuro. Stesso discorso per il requisito contributivo: oggi corrisponde a 20 anni ma in futuro potrebbe cambiare.
Nello specifico la legge firmata dall’ex Ministro del Lavoro del Governo Monti ha stabilito che l’età pensionabile deve aumentare di pari passo con l’aumentare dell’aspettativa di vita altrimenti l’Inps, in futuro, si troverebbe a dover erogare assegni per un numero di anni sempre più alto. Siccome l’aspettativa di vita è tornata ad aumentare allora anche l’età pensionabile dovrà aumentare se la legge Fornero resterà in vigore. Non solo: l’aumento ricadrà, a cascata, anche sui contributi.
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Legge Fornero: ecco da quando dovremo lavorare più di 43 anni
Come visto nel paragrafo precedente, la legge Fornero ha stabilito che l’età pensionabile deve aumentare parallelamente all’aumento dell’aspettativa di vita. Siccome quest’ultima sta continuando a crescere, allora la conseguenza sarà che si andrà in pensione sempre più tardi.

Se la Fornero non verrà superata, a partire dal 2027 l’età per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria passerà da 67 anni a 67 anni e 3 mesi. Ma non solo: infatti oltre alla pensione di vecchiaia ordinaria, il nostro sistema previdenziale prevede anche una pensione anticipata ordinaria.
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Quest’ultima misura non ha alcun requisito anagrafico: una persona può andare in pensione a qualunque età una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi o i 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne. L’aumento di tre mesi, però, riguarderà anche la pensione anticipata: pertanto dal 2027, se il Governo non interverrà per cancellare o modificare la legge Fornero, una persona dovrà lavorare ben 43 anni e 1 mese prima di poter lasciare l’ufficio o la fabbrica.





