Le pensioni pesano sempre di più sulla casse dell’Inps e, per questo, milioni di assegni potrebbero venire cancellati nei prossimi mesi. Vediamo chi è a rischio.
Ritrovarsi di punto in bianco senza la pensione, senza quell’assegno che ci siamo guadagnati con tanti anni di lavoro e che è l’unica forma di reddito che abbiamo per poter andare avanti. Un incubo ad occhi aperti ma è quello che potrebbe succedere a milioni di persone nei prossimi mesi.

Che le pensioni rappresentino un peso sempre più insostenibile per le casse dell’Inps non è una novità: anche se gli assegni previdenziali in Italia sono tra i più bassi in Europa, il nostro Paese è tra quelli che spende di più in previdenza sociale. Sembra un paradosso eppure è esattamente così. Da noi manca ancora la cultura della previdenza integrativa o, forse, semplicemente ben pochi possono permettersela.
La soluzione? Il Governo di Giorgia Meloni ci sta lavorando in modo da non dover aumentare ulteriormente l’età pensionabile e, al contempo, garantire la stabilità del sistema. Nel frattempo, però, è stata presa una decisione estrema: milioni di assegni Inps verranno potrebbero essere cancellati nel corso dei prossimi mesi. Vediamo chi è a rischio.
Pensioni cancellate: ecco chi rischia
Una marea di pensionati potrebbero trovarsi all’improvviso senza il loro assegno Inps: l’Istituto di Previdenza Sociale ha già informato che, nei prossimi mesi, milioni di pensioni potrebbero venire cancellate. Non tutti sono a rischio però: a rischiare è una categoria specifica.

Sono a rischio coloro che, pur ricevendo una pensione italiana, hanno stabilito la propria residenza all’estero. Come ogni anno l’Inps, al fine di evitare truffe, è tenuta a controllare l’esistenza in vita dei titolari dell’assegno. Infatti una persona potrebbe essere deceduta e qualcun altro potrebbe intascarsi il denaro tutti i mesi truffando, così, le casse di Stato.
I controlli relativi al 2025/2026 si articoleranno in due fasi. La prima fase riguarderà chi vive in America, in Asia, in Estremo Oriente, nei Paesi scandinavi e negli Stati dell’Est Europa; la seconda fase, invece, si rivolgerà a coloro che si sono trasferiti in Africa o in Oceania o nel resto d’Europa. Chi non dimostrerà, tramite l’apposita procedura, di essere ancora in vita, perderà il suo assegno mensile.
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Pensioni all’estero: ecco cosa fare per non perdere l’assegno
Come anticipato, l’Inps, anche quest’anno, avvierà la prima fase di verifica per appurare l’esistenza in vita dei pensionati italiani che si sono trasferiti all’estero. Milioni di persone rischiano di perdere l’assegno se non seguono l’esatta procedura. Ma cosa bisogna fare per essere in regola e non perdere la propria pensione?

In realtà la procedura è piuttosto semplice. I pensionati dei Paesi interessati hanno già ricevuto i moduli da compilare per l’attestazione di esistenza in vita. Tali moduli dovranno essere restituiti entro e non oltre il 15 luglio firmati dal soggetto interessato e da un testimone qualificato come un funzionario consolare italiano, un rappresentante dell’Ambasciata, oppure un’autorità locale. Potranno essere inviati o tramite un Patronato oppure, autonomamente, inviando il tutto tramite Posta a: PO Box 4873, Worthing BN99 3BG, United Kingdom.
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Cosa succede se una persona non effettuerà tutta la procedura entro il 15 luglio? Nel caso una persona fosse impossibilitata allora dovrà presentarsi entro il 15 agosto presto un’agenzia Western Union per riscuotere la sua pensione in contanti. Qualora non si presentasse allora l’assegno Inps verrà sospeso.