Finalmente una buona notizia sul fronte delle pensioni: chi ha iniziato a lavorare prima di una certa data, potrà ricevere l’assegno anche con solo 15 anni di contributi.
Siamo solo a maggio ma, per quel che riguarda le pensioni, di cattive notizie ne abbiamo ricevute anche troppe. La prima, che avevamo annusato già lo scorso anno, è che la Legge Fornero non è stata superata e, molto probabilmente, continuerà a farci compagnia ancora a lungo.

La seconda cattiva notizia l’abbiamo appresa a gennaio quando è stata confermata la rivalutazione degli assegni allo 0,8%: percentuale davvero troppo esigua per far fronte all’attuale carovita e all’inflazione che è tornata a salire. Ora, però, è il momento di rallegrarci: chi ha iniziato a lavorare prima di una determinata data, infatti, potrà ricevere l’assegno Inps anche se ha soltanto 15 anni di contributi.
E no: non dovrà riscattare niente pagando di propria tasca. Potrà semplicemente andare in pensione con 15 anni di contribuzione anziché con 20. Un bel vantaggio per tutti coloro che, per un motivo o per l’altro, hanno iniziato a lavorare tardi o hanno avuto carriere discontinue e non riescono a raggiungere la soglia minima dei 20 anni richiesti dalla Fornero.
Pensione con 15 anni di contributi: l’anno che fa la differenza
Quando parliamo di pensioni, aver iniziato a lavorare in un anno piuttosto che in un altro, può fare una differenza davvero enorme. In particolare, nel nostro Paese, sono tre le date che segnano un discrimine. Di seguito vediamo quali sono e cosa è cambiato.

Molti pensano che l’anno che ha cambiato tutto per le pensioni sia il 2012, anno in cui è entrata in vigore la Legge Fornero la quale ha stabilito che, per poter andare in pensione, è necessario non solo soddisfare un requisito contributivo ma anche un requisito anagrafico. Detto in parole povere: bisogna avere almeno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
In realtà ci sono altre due date da segnare sul calendario: il 1996 e il 1992. Il 1996 è l’anno della riforma Dini con la quale è cambiato il modo in cui vengono calcolati gli assegni previdenziali. Fino al 31 dicembre 1995 venivano calcolati con il sistema retributivo, dal 1996 in avanti è entrato in vigore il sistema contributivo. Ma anche nel 1992 è successo qualcosa di altrettanto importante: si tratta delle Leggi Amato.
Leggi anche: Inps, al via le domande per il nuovo bonus: ti danno 6000 euro e non serve l’Isee
Leggi Amato: puoi andare in pensione con 15 anni di contributi
Decisamente molto meno conosciute della Legge Fornero, le tre Leggi Amato del 1992 sono altrettanto importanti all’interno dell’Universo previdenziale e, soprattutto, sono di grande aiuto per tutte le persone che non riescono a raggiungere 20 anni di contributi.

Le Leggi Amato sono tre e si rivolgono a chi ha iniziato a lavorare prima del 1992. Chi ha iniziato a lavorare prima di questa data, infatti, può accedere alla pensione di vecchiaia sempre a 67 anni ma con appena 15 anni di contributi senza la necessità di riscattare nulla. L’importante è soddisfare almeno una di queste 3 condizioni:
- i contributi devono essere stati versati tutti entro il 31 dicembre 1992;
- l’Inps deve aver autorizzato il versamento dei contributi volontari entro il 31 dicembre 1992 (non importa quando sono stati pagati, conta solo la data di autorizzazione da parte dell’Inps);
- la richiesta di pensionamento deve essere stata fatta almeno 25 anni dopo il versamento del primo contributo e per almeno 10 anni il lavoro non deve essere stato continuativo ma inferiore a 52 settimane all’anno.
Leggi anche: Pensioni, se non lavori l’Inps ti dà l’assegno tutti i mesi già a 57 anni: ecco cosa devi fare
Se rientra in uno di questi casi, una persona è “salva” dalla Legge Fornero e non deve aspettare di aver raggiunto i 20 anni di contribuzione per ricevere l’assegno Inps.