Partita+Iva%2C+quando+conviene+davvero+aprirla+in+Italia%3A+tasse%2C+contributi+e+guadagni+netti
abruzzocityrumorsit
/economia-e-finanza/partita-iva-quando-conviene-davvero-aprirla-in-italia-tasse-contributi-e-guadagni-netti.html/amp/
Economia e Finanza

Partita Iva, quando conviene davvero aprirla in Italia: tasse, contributi e guadagni netti

Tanti giovani hanno il sogno di avviare una loro attività oppure di lavorare nel mondo del digitale come liberi professionisti. In tutti questi casi occorre aprire la Partita Iva. Ma conviene? Vediamo quante tasse si pagano e quanto resta in tasca al lavoratore.

I nostri genitori – o, almeno, la maggior parte – avevano il sogno del caro vecchio posto fisso da dipendente: lavoro 8 ore da lunedì a venerdì, 4 settimane di ferie all’anno pagate, busta paga al 27 di ogni mese più tredicesima, tasse e contributi già trattenuti alla fonte e niente pensieri.

Partita Iva, quando conviene davvero aprirla in Italia: tasse, contributi e guadagni netti/Abruzzo.cityrumors.it

Una vita regolare che ancora oggi molti sognano. Molti altri, tuttavia, hanno altri obiettivi e vogliono mettere in piedi qualcosa con le proprie mani: vogliono avviare una loro attività in proprio. Altri ancora, invece, non vogliono costruire un’impresa ma preferiscono lavorare come liberi professionisti senza giorni né orari fissi.

In quest’ultimo caso è indispensabile aprire la Partita Iva. Ne esistono due tipi: ordinaria o forfettaria che si differenziano in misura importante l’una dall’altra. Chi lavora con la partita Iva riceve il pagamento dai vari clienti in forma lorda: sta al professionista poi provvedere al pagamento delle tasse e dei contributi per la propria pensione. Dunque tra Irpef, Inps e, in alcuni casi, anche Iva, al netto in tasca ad un lavoratore autonomo quanto resta? Vediamo tutto dettagliatamente nel prossimo paragrafo.

Partita Iva in Italia: ecco quanto paghi di tasse e contributi

Se il tuo sogno è lavorare come libero professionista o addirittura creare una tua piccola impresa, dovrai aprire la Partita Iva e, a differenza dei lavoratori dipendenti, ciò che guadagnerai sarà al lordo delle tasse e dei contributi Inps che, pertanto, dovrai pagare tu stesso. Vediamo, nel dettaglio, quanto dovrai pagare annualmente di Irpef, Inps e Iva.

Partita Iva in Italia: ecco quanto paghi di tasse e contributi/Abruzzo.cityrumors.it

Come anticipato esistono due tipi di Partita IVA: ordinaria e forfettaria. Le partite Iva ordinarie pagano le stesse aliquote Irpef dei lavoratori dipendenti, cioè l’aliquota sale con l’aumentare del reddito:

  • aliquota del 23% per redditi annui lordi fino a 28.000 euro;
  • aliquota del 35% per redditi annui lordi fino a 50.000 euro;
  • aliquota del 43% per redditi annui lordi che superano i 50.000 euro.

L’aliquota Inps varia, invece, a seconda della cassa professionale a cui si è iscritti e poi chi ha una Partita Iva ordinaria ha anche il 22% di Iva da pagare.

Chi ha una Partita Iva forfettaria, invece, è leggermente agevolato in quanto non deve pagare l’Iva e per quanto riguarda l’Irpef paga una Flat Tax che per i primi 5 anni è del 5%, dal quinto anno in poi è del 15%. Per quanto riguarda l’Inps, anche in questo caso dipende dalla Cassa previdenziale a cui si è iscritti: generalmente un libero professionista ha un’aliquota Inps che oscilla tra il 24 e il 26%. La partita Iva forfettaria si rivolge solo ai liberi professionisti con un reddito annuo lordo fino a 85.000 euro.

Leggi anche: L’INPS lancia la Prestazione Universale: come funziona e chi può ottenere il nuovo sussidio

Partita Iva: quanto dovresti guadagnare per stare bene

Come abbiamo visto, un libero professionista che apre una Partita Iva in Italia, a seconda che essa sia ordinaria o forfettaria, dovrà farsi carico lui stesso del pagamento dell’Iva, dell’Irpef e dei contributi all’Inps. Ma, al netto di tutto questo, quanto gli resta in tasca alla fine del mese?

Partita Iva: quanto dovresti guadagnare per stare bene/Abruzzo.cityrumors.it

Indicativamente, con una partita Iva forfettaria , se guadagni in media 2000 euro al mese – cioè 24.000 euro all’anno – tra Irpef e Inps pagherai circa il 30% di tasse per i primi 5 anni e il 40% dal quinto anno in poi. Dunque su 2000 euro ogni mese a te ne resteranno netti in tasca dai 1200 ai 1400.

Se hai una Partita Iva ordinaria la situazione si complica in quanto devi aggiungere anche  l’Iva e le aliquote Irpef sono più alte. Diciamo che, con una Partita Iva ordinaria, per avere almeno 1700 euro netti al mese, devi guadagnarne più del doppio. Queste cifre bastano oggi per vivere in Italia?

Leggi anche: La Manovra 2025 cambia gli stipendi, tutti gli interventi

Dipende: dipende intanto in quale città si vive – vivere a Milano, Roma o a Caltanisetta in tal senso fa un’enorme differenza – dipende poi da quanti si è in famiglia, se si hanno figli oppure no, dal proprio stile di vita. In linea generale possiamo dire che, secondo le stime degli esperti di economia, per vivere bene oggi in Italia una persona single dovrebbe guadagnare almeno 1700 euro netti al mese mentre in una famiglia, per stare tranquilli, dovrebbero entrare non meno di 3500 euro netti al mese.

Samanta Airoldi

Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.