Niente tredicesima, quattordicesima né reversibilità: forti penalizzazioni per chi sceglie di andare in pensione prima

Andare in pensione con qualche anno di anticipo è certamente il desiderio della maggior parte dei lavoratori ma, talvolta, le penalizzazioni sono davvero pesantissime. 

Dal 2012 in avanti l’universo delle pensioni è regolato dalla Legge Fornero la quale ha stabilito che, per poter lasciare il lavoro definitivamente, occorre soddisfare sia un requisito anagrafico che un requisito contributivo. In poche parole, ad oggi non possiamo lasciare il lavoro se non abbiamo almeno 67 anni e minimo 20 anni di contributi.

il premier giorgia meloni con il ministro dell'economia giancarlo giorgetti in parlamento
Niente tredicesima, quattordicesima né reversibilità: forti penalizzazioni per chi sceglie di andare in pensione prima -(foto Ansa)- Abruzzo.cityrumors.it

Le strade per lasciare l’ufficio qualche anno prima di sicuro non mancano, anzi: ci sono fin troppe misure di pensione anticipata in vigore nel nostro Paese. Il problema è che o richiedono di aver maturato moltissimi anni di contributi oppure prevedono delle forti penalizzazioni, pesanti tagli sugli assegni.

In effetti ogni lavoratore che sceglie la pensione anticipata è una piccola grande ferita per le casse dell’Inps le quali dovranno erogare assegni per più anni. Il tutto aggravato dal fatto che le nascite continuano a calare e sempre più giovani si trasferiscono all’estero. Una misura, in particolare, è poco conveniente: molti la scelgono senza sapere che non prevede né la tredicesima, né la quattordicesima né la reversibilità al coniuge o ai figli in caso di decesso del titolare dell’assegno.

Pensioni: ecco la misura che non ti conviene

Con la legge di Bilancio 2025, il Governo di Giorgia Meloni ha riconfermato tutte le misure di pensione anticipata che erano già in vigore lo scorso anno. Una è molto richiesta ma molti non sanno tutte le penalizzazioni che comporta.

uomo preoccupato con le mani davanti alla bocca
Pensioni: ecco la misura che non ti conviene/Abruzzo.cityrumors.it

Tra le misure più sfruttate dai lavoratori vi è Ape sociale la quale permette di accedere alla pensione a soli 63 anni e 5 mesi di età e con appena 30 anni di contributi: decisamente pochi se confrontati, ad esempio, con i 41 anni di Quota 41 e di Quota 103 o con gli oltre 42 anni della pensione anticipata ordinaria. Ape sociale non si rivolge proprio a tutte le categorie ma copre comunque una vasta platea:

  • caregivers;
  • lavoratori con disabilità pari almeno al 74%;
  • disoccupati;
  • addetti ai lavori usuranti.

Ogni anno migliaia di persone scelgono questa opzione senza, però, conoscere tutte le limitazioni che comporta. In primi l’assegno non potrà mai superare i 1500 euro al mese. Soprattutto non è reversibile: se il titolare della pensione morisse prima di arrivare ai 67 anni – età per la pensione di vecchiaia – alla moglie e ai figli non verrà riconosciuta nessuna reversibilità. Inoltre con Ape sociale niente tredicesima né quattordicesima. E i paletti non sono finiti qui.

Leggi anche: Arriva un nuovo bonus, tanti soldi in più ogni mese in busta paga ma solo se accetti questo accordo 

Ape sociale: tutte le limitazioni che devi conoscere

Se hai deciso di accedere alla pensione anticipata con Ape sociale, prima di tutto devi essere a conoscenza di tutte le limitazioni che questa misura comporta. Oltre ad esserci un limite sull’assegno, in caso di decesso prematuro i tuoi cari non riceveranno la reversibilità.

uomo disperato con le mani in testa
Ape sociale: tutte le limitazioni che devi conoscere/Abruzzo.cityrumors.it

Ape sociale, infatti, non è considerata una vera e propria pensione ma piuttosto un “assegno ponte” che traghetta il soggetto verso la pensione di vecchiaia. Un altro limite fondamentale da conoscere è il divieto di tornare a lavorare: anche qualora l’assegno Inps fosse troppo basso, con Ape sociale non si può tornare a lavorare né come dipendente né come libero professionista.

Leggi anche: Pensioni, la proposta del Governo preoccupa: 41 anni di lavoro potrebbero non bastare più 

Ammesso solo il lavoro autonomo in forma occasionale fino ad un massimo di 5000 euro lordi all’anno. Qualora si venisse sorpresi a lavorare, l’Inps bloccherà l’assegno e chiederà indietro tutti i soldi erogati fino a quel momento. Per fortuna tutte queste limitazioni non sono eterne: vengono meno una volta che il soggetto raggiunge l’età per la pensione di vecchiaia.

Gestione cookie