Stando ad alcune ultime stime, nei prossimi anni potrebbe crescere l’età per accedere alla pensione di vecchiaia: cosa potrebbe accadere.
Ormai da diversi mesi, il tema pensioni rimane al centro del dibattito, soprattutto dopo la pubblicazione dei nuovi dati demografici dell’Istat secondo cui in Italia si è registrata una crescita della speranza di vita, circostanza che porterà, stando alle leggi vigenti, ad un aumento dell’età pensionabile.

Attualmente per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario aver compiuto 67 anni di età, ma con il nuovo adeguamento questa soglia salirà a 67 anni e tre mesi dal 2027. In merito, il Governo sta lavorando per bloccare questo adeguamento che potrebbe arrivare attraverso un nuovo decreto. Secondo le stime, però, nei prossimi anni potrebbe esserci una revisione dei requisiti per la sostenibilità del sistema previdenziale.
Pensioni, le previsioni per i prossimi anni: come aumenteranno i requisiti
Non arrivano buone notizie per i lavoratori. Secondo alcune recenti proiezioni, nei prossimi anni potrebbe esserci una revisione totale del sistema pensionistico con requisiti diversi rispetto a quelli attuali e rivisti al rialzo.

Secondo queste recenti previsioni, nei prossimi anni, aumenterà il numero di pensionati, mentre diminuirà quello dei lavoratori, una situazione che potrebbe portare alla revisione del sistema pensionistico in modo da garantire la stabilità di quest’ultimo. A confermarlo il Bilancio tecnico attuariale dell’Inps, pubblicato sul sito internet dello stesso ente.
Come cambieranno, dunque, i requisiti? Al momento, come riporta sempre Pensioniefisco.it, le ipotesi sul tavolo sono diverse. La prima è l’aumento, nei prossimi decenni, dell’età per la pensione di vecchiaia sino a 68 o 69 anni. La seconda potrebbe essere la riduzione o, addirittura, l’eliminazione delle forme di pensionamento anticipato come Quota 103 o APE Sociale. Un’altra ipotesi è quella dell’introduzione di nuove finestre mobili o meccanismi di attesa prima della decorrenza dell’assegno. Infine, potrebbe essere valutata la revisione delle pensioni contributive con coefficienti meno favorevoli.
Queste ipotesi fanno intendere come i requisiti potrebbero penalizzare i lavoratori che nei prossimi anni dovranno lasciare l’impiego per andare in pensione. Intanto, spiega sempre Pensioniefisco.it, l’Inps non ha ufficialmente confermato che non ci saranno riforme delle pensioni a breve, ma nel frattempo continua a consigliare di integrare i trattamenti pensionistici con fondi privati. Raccomandazioni che fanno intuire come il sistema non sarebbe più in grado di garantire importi sufficienti. Inoltre, nel nuovo Def (Documento di economia e finanza), l’esecutivo ha manifestato la necessità di interventi per mantenere l’equilibrio del sistema.
Per capire come il sistema previdenziale possa cambiare sarà necessario i prossimi mesi quando potrebbe arrivare una riforma.