Si mette male, sempre peggio per quanto riguarda le pensioni. La soluzione dell’uscita anticipata, nei prossimi anni, sarà possibile solo per chi ha stipendi davvero alti.
Che guadagnare 1000 euro al mese anziché 5000 sia uno svantaggio non ci vuol molto a capirlo, soprattutto con il costo attuale della vita che continua a salire di mese in mese. Tuttavia le cose potrebbero peggiorare ancora e prima di quanto immaginiamo. Non solo guadagnare poco vorrà dire avere una pensione bassa ma, nei prossimi anni, potrebbe venir meno la possibilità stessa di accedere alla pensione anticipata.

Il Governo di Giorgia Meloni, da mesi, è al lavoro per superare la Legge Fornero e mantenere la promessa fatta agli elettori prima che finisca questa prima legislatura. Tuttavia la situazione è parecchio ingarbugliata e sciogliere tutti i nodi mettendo tutti d’accordo sembra impossibile.
Da un lato c’è chi chiede che venga congelata l’età pensionabile, dall’altro coloro che, invece, chiedono che vengano favorite le uscite anticipate e, in tutto questo, resta ferma l’urgenza di aumentare le pensioni minime. Nel frattempo fa capolino l’ipotesi di una pensione “su misura”: il problema è che la misura dipenderà moltissimo dallo stipendio che un lavoratore riceve.
Pensione anticipata: la proposta del Governo
L’Esecutivo sta lavorando a varie proposte che guardano oltre la Legge Fornero, per poter agevolare l’uscita anticipata dal lavoro senza, però, mettere a rischio le casse dello Stato. Sarà una missione possibile?

Il Governo di Giorgia Meloni non accetta di concludere la prima legislatura senza aver superato la legge Fornero che, non solo ci ha “inchiodato” al lavoro fino a 67 anni ma che prevede anche lo scatto in avanti dell’età pensionabile ogni due anni come forma di adeguamento all’aumento dell’aspettativa media di vita.
Sul tavolo delle proposte la più plausibile sembra quella di consentire a tutti, nei prossimi anni, l’uscita a 64 anni ma ad una condizione: l’assegno previdenziale dovrà raggiungere certe soglie. Soglie non di poco conto: si parla di 3-3,2 volte l’importo dell’assegno sociale il quale, in virtù della rivalutazione annua, cresce ogni anno. E chi non raggiunge queste soglie? Dovrà continuare a lavorare vita natural durante?
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Pensione anticipata? Sì ma dovremo rinunciare al TFR
La pensione anticipata a 64 anni potrebbe diventare un’opzione per tutti e non solo per i lavoratori contributivi puri. Tuttavia sarà per tutti solo in teoria in quanto, nei fatti, soltanto chi ha uno stipendio alto riuscirà a raggiungere le soglie richieste per poter smettere di lavorare a tale età.

Aumentare ogni due anni l’età pensionabile non è la soluzione anche perché questo vorrebbe dire che, ad un certo punto, dovremo lavorare fino a 75 anni il ché è impensabile. Il premier Giorgia Meloni, durante una recente conferenza con il presidente dell’Inps Gabriele Fava, ha parlato di una pensione anticipata a 64 anni per tutti. Ma ci sarebbe un requisito da soddisfare: l’assegno dovrà raggiungere almeno 3 o 3,2 volte l’importo dell’assegno sociale. Quest’ultimo nel 2025 corrisponde a 538,69 euro al mese.
Nei prossimi anni aumenterà per effetto delle rivalutazione. Dunque, ad occhio e croce, nei prossimi anni per andare in pensione a 64 anni sarà necessario aver maturato un assegno di circa 1800 euro al mese. Il problema è che in Italia, ad oggi, gli stipendi medi si aggirano intorno ai 1500 euro. Pertanto solo chi ha redditi molto elevati potrà avvalersi della pensione anticipata? No, il Governo ha una soluzione anche per questo.
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Per raggiungere tale importo sarà possibile non solo avvalersi della pensione integrativa ma anche del TFR. In pratica un lavoratore dovrà rinunciare al TFR – il Trattamento di Fine Rapporto – per raggiungere la cifra necessaria ad accedere alla pensione a 64 anni se solo con i suoi contributi non riuscirà ad arrivare alla soglia minima richiesta.