Ti piace spendere e fare shopping? Attenzione perché ora il Fisco può avviare controlli senza informarti anche solo per un paio di acquisti di troppo.
A chi non piace fare shopping? Una volta era una passione quasi esclusivamente femminile mentre oggi anche molti uomini cedono alla tentazione di rifarsi il guardaroba ad ogni cambio stagione. E’ anche un modo per gratificarsi dopo aver lavorato sodo e aver, magari, fatto diverse ore di straordinario.

Ebbene anche dei banali acquisti possono fare scoppiare una bufera o, meglio, possono farci entrare nell’occhio del mirino del Fisco. Brutti tempi, dunque, per chi ha le mani bucate: rischia di passare un mare di guai solo per aver comprato una borsa o un paio di scarpe ritenute troppo onerose.
Tra l’altro, non tutti lo sanno, ma il Fisco non ha nessun obbligo d’informarci quando fa partire delle verifiche sul nostro conto: in ogni momento, persino ora, tutti noi potremmo avere il conto corrente attenzionato dall’Agenzia delle Entrate senza esserne a conoscenza. Ma come può un semplice acquisto far scattare dei controlli? E noi cosa possiamo fare per difenderci?
Controlli del Fisco: si possono evitare?
La maggior parte di noi ormai effettua ogni spesa con strumenti digitali e, dunque, tracciabili. Queste tracce, naturalmente, restano sul nostro conto corrente e, talvolta, possono far scattare i controlli da parte del Fisco. Ma c’è un modo per evitarli?

Il Fisco ha il compito – anzi il dovere – di fare emergere fenomeni di evasione fiscale. Dunque se un libero professionista dichiara un reddito annuo lordo di 30.000 euro ma poi acquista un’auto che ne costa 100.000, allora questo insospettirà l’Agenzia delle Entrate la quale farà scattare i controlli. Ma anche acquisti molto più piccoli possono dare adito a sospetti e, quindi, far partire verifiche.
Il Fisco può controllare il nostro conto anche senza informarci: fa parte dei suoi poteri. C’è un modo per evitarlo? Assolutamente no: l’articolo 32, comma 1 del Dpr 600 del 1973 prevede che chi si occupa di imposte possa chiedere alle banche e anche alle Poste e a chiunque si occupi di gestire denaro, informazioni, documenti e investimenti che riguardano i clienti.
Di conseguenza le banche hanno l’obbligo di comunicare periodicamente al Fisco i nostri movimenti sul conto corrente, le entrate e le uscite e persino eventuali titoli e cassette di sicurezza. E cosa possiamo fare una volta che sono scattati i controlli per evitare guai?
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Fisco: cosa fare per non correre guai
Il Fisco ha avviato dei controlli sul tuo conto corrente a causa di presunte incongruenze? La situazione non è certamente piacevole ma vediamo cosa si può fare per evitare di passare guai seri.

Il Fisco, come puntualizzato sopra, avvia controlli approfonditi laddove ci sia una sorta d’incongruenza tra il reddito dichiarato e le spese sostenute per fare acquisti. Se dichiaro 30.000 euro all’anno e poi faccio spese come se fossi una milionaria, questo naturalmente insospettirà l’Agenzia delle Entrate.
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Come fare per dimostrare la propria innocenza? Per dimostrare cioè che non si sta evadendo nulla? Infatti anche se noi non abbiamo colpe abbiamo l’onere di dimostrarlo. L’unica cosa che possiamo fare in questi casi è fornire una prova documentale con data certa che attesti che i soldi utilizzati per effettuare le spese ritenute anomale hanno una provenienza lecita e già tassata come, ad esempio, il ricavato di una vincita al gioco o la donazione di un parente o la vendita di prodotti usati.





