Novità sulle pensioni, è previsto un doppio ritocco in alto sul sistema, ma chi ne beneficia e da quando? Ecco tutto sulla nuova misura del governo.
Il tema pensionistico è da anni centrale nella politica italiana, che coinvolge direttamente l’esecutivo ma anche le opposizioni. Negli ultimi giorni sono emerse più di semplici indiscrezioni su ciò che potrebbe accadere nei prossimi mesi. Stando a quanto riferito, infatti, potrebbe arrivare un doppio aumento delle pensioni dovuto a una manovra del governo.

Il ritocco sugli assegni pensionistici potrebbe arrivare non solo dalla solita rivalutazione annuale, che ha come obiettivo quello di proteggere il potere di acquisto dei cedolini adeguandoli al costo della vita, ma anche dall’attesa riforma fiscale per la quale l’esecutivo sta lavorando così da introdurla con la prossima legge di Bilancio, che verrà firmata entro il 31 dicembre 2025, e che potrebbe coinvolgere gli importi mensili di ogni pensionato. L’obiettivo è cercare di garantire un aumento ulteriore agli assegni grazie a un taglio Irpef. Andiamo a vedere nel dettaglio che cosa aspettarsi.
Pensioni, doppio aumento in arrivo: come funziona e le novità della riforma
Stando a quanto previsto, la rivalutazione è attesa a inizio 2026 e ciò vedrà un intervento diretto sugli importi lordi degli assegni pensionistici, con l’aumento in oggetto è il netto delle somme a crescere. Come accennato in precedenza, questo non è il solo aumento che ci si aspetta, visto che l’esecutivo starebbe lavorando su una riforma fiscale che coinvolge i pensionati.
Secondo le prime ipotesi, il governo starebbe pensando a un cambio di calcolo Irpef che coinvolgerebbe il secondo scaglione, ovvero quella parte di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro che attualmente ha una aliquota del 35%. Ecco, la nuova misura vorrebbe ridurre dal 35% al 33% l’aliquota sul secondo scaglione di reddito, ampliando di conseguenza la soglia di applicazione fino ai 60.000 euro.

Tale misura porterebbe a un risparmio fiscale per tutte le persone che hanno un reddito annuo superiore a 28.000 euro, con un possibile aumento degli importi. Per il momento si sta parlando però si probabilità, perché non vi è una certezza, questo perché la fattibilità dell’operazione dipenderà tutto dalle risorse disponibili nelle casse statali, che per il momento sono stimate in circa 5 miliardi di euro.
Si tratta di fondi che l’esecutivo punta a ottenere attraverso la lotta all’evasione fiscale e il concordato preventivo. Solo quando queste risorse saranno individuate e confermate, il taglio dell’Irpef diventerà realtà. Ma ora andiamo a vedere a quanto ammonterebbero gli aumenti.
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Pensioni con il taglio Irpef: a quanto ammontano gli aumenti e quando arrivano
Dunque, se la riforma fiscale vedrà luce nei prossimi mesi, si interverrà direttamente sul secondo scaglione, con quella che a conti fatti dovrebbe essere una duplice manovra. Da un lato se ne riduce l’aliquota, che appunto verrebbe portata al 33% e lascerebbe quindi il 35%, con un risparmio del 2% per la parte di reddito che comprende tale soglia; mentre dall’altro lato viene incrementato il limite fino a 60.000 euro.

Nel caso in cui questa operazione si dovesse concretizzare, i pensionati che rientrano nelle soglie reddituali vedrebbero il proprio importo aumentare fino a 640 euro l’anno, nella più rosea delle ipotesi, ovvero poco meno di 55 euro al mese su dodici mensilità, 53,33 euro al mese per essere precisi. Ovviamente la cifra dipenderà sai redditi di ogni persona.
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Ad esempio, si avrà circa 30 euro al mese per coloro che hanno un reddito di 46.000 euro, mentre più ci si avvicina alla soglia dei 28.000 euro (il reddito più basso del secondo scaglione) e più l’importo si riduce. Se la riforma avrà vita, la pensione vedrà gli aumenti a partire dal 2026, non prima visto che dovrà essere inserita nella legge di Bilancio.





