Controllare il proprio contratto di assunzione sul sito dell’INPS: una pratica necessaria onde evitare fregature indesiderate.
Un nuovo lavoro contempla un nuovo contratto e questo, a sua volta, implica la registrazione sul sito dell’INPS. Per quanto l’obiettivo di un’occupazione si traduca nell’accesso ad un importo mensile che consenta al cittadino di mantenersi, il versamento dei contribuiti non è qualcosa da sottovalutare.
Giunta l’età pensionabile, l’accumulo degli anni di pagamento delle tasse all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale può fare davvero la differenza (e chi si vede costretto a raggiungere i bramati 67 anni lo sa bene). Chiarito questo punto, il primo dettaglio da controllare – una volta firmato un contratto di lavoro – risiede nella corretta registrazione sul sito ufficiale dell’INPS.
Laddove questo risulti correttamente inserito, potete dormire sonni tranquilli, nella consapevolezza di aver iniziato a versare i contributi per la vostra futura esistenza, libera da qualsiasi impiego. In caso contrario, sarebbe opportuno chiedere un chiarimento al vostro datore di lavoro. Ad ogni modo, tale verifica può essere effettuata in due modi differenti.
Prima di tutto, il datore di lavoro è obbligato per legge a comunicare l’assunzione all’INPS tramite Unilav, un modello strutturato in otto sezioni che viene consegnato in copia al cittadino, insieme al contratto di assunzione stesso. Delle sezioni indicate, vi invitiamo a controllare quelle relative ai dati del datore di lavoro, dati della persona assunta ed infine dettagli del rapporto di lavoro (inizio, retribuzione, orari eccetera).
Laddove il vostro datore di lavoro non vi abbia consegnato il modello Unilav, avete diritto a richiederlo. A quel punto potete accedere al sito ufficiale dell’INPS e verificare che gli estremi del vostro contratto corrispondano al modello Unilav in possesso dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Esiste poi un secondo metodo che non implica il coinvolgimento dell’azienda o del responsabile che vi ha assunto:
Si tratta di informazioni che non hanno carattere certificativo, ma – nel caso in cui il lavoratore presuma di non essere stato registrato correttamente – potrà provvedere a segnalare l’accaduto direttamente all’INPS. Scatterà conseguentemente la verifica.