Se trovi in casa una cartella esattoriale scaduta che hai dimenticato di pagare, puoi stare tranquillo: in questo caso non scatta il pignoramento.
La vita adulta è scandita più dagli obblighi di pagamento che da altri eventi che caratterizzano la quotidianità. Ciascuno di noi vorrebbe pensare più che altro al proprio benessere, alla progettazione di un viaggio, a quella di una casa o dell’acquisto di una nuova automobile, invece spesso e non volentieri ci si trova a dover fare i conti con ciò che si deve necessariamente pagare per non accumulare debiti.

Per quanto possa essere certosina la gestione delle entrate e l’organizzazione dei pagamenti, capiterà sempre l’imprevisto che richiede un pagamento immediato e che porta in maniera inevitabile – per questo si consiglia quando possibile di mettere da parte l’equivalente di 3 mensilità lavorative per far fronte agli imprevisti – a ritardare il pagamento di altro.
Il passare del tempo e l’accavallarsi di altri imprevisti, pendenze, obblighi e necessità può causare la dimenticanza di una bolletta, una tassa, una rata, e quando questo accade arrivano i solleciti di pagamento, gravati spesso da more e sanzioni. Nel caso delle utenze di casa il rischio è che venga staccato il servizio, in quello delle rate di un prestito o di un mutuo che la banca avvii la procedura di riscossione coattiva tramite pignoramento.
Il medesimo rischio si configura nel caso di ricevimento di una cartella esattoriale per il mancato pagamento di tasse, contributi, sanzioni e imposte. La notifica è infatti un avviso da parte della Regione, del Comune o dello Stato di residenza che il pagamento dev’essere effettuato per evitare conseguenze legali ed economiche.
Quando è possibile non pagare la cartella esattoriale senza temere il pignoramento
Partiamo dal presupposto che tasse, imposte, contributi e sanzioni vanno pagate in quanto si tratta di obblighi previsti dalla legge. Ciò significa che non si può semplicemente ignorare la notifica di una cartella esattoriale e che il mancato pagamento al termine dei 60 giorni di tempo previsti dalla procedura consente all’ente di riscossione di avviare procedure di riscossione coattiva del credito vantato sul contribuente.

Tali procedure solitamente sono il pignoramento dello stipendio (quindi il prelievo automatico di parte dei guadagni ogni mese fino ad esaurimento del debito) o nei casi più gravi di beni mobili e immobili. Ci sono chiaramente dei limiti fissati dalla legge allo scopo di non aggravare la condizione economica del debitore o di privarlo dell’immobile che possiede come unica abitazione per se stesso e la propria famiglia.
Se per caso, però, passa un anno dalla scadenza del termine fissato dal giorno di notifica per il pagamento della cartella esattoriale e non è stata avviata nessuna procedura di pagamento, il debitore può tirare un sospiro di sollievo, perché la pretesa del saldo decade temporaneamente e il debito si avvia verso la prescrizione.
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Quando il debito con l’Agenzia delle Entrate può considerarsi prescritto e dunque non si deve pagare
Detto ciò, non significa che si è del tutto al sicuro da conseguenze per il mancato pagamento, significa semplicemente che c’è del tempo per organizzarsi e saldare il debito senza temere che l’ente di riscossione pignori lo stipendio o i beni immobili del debitore. Scaduto l’anno, infatti, l’Agenzia delle Entrate può interrompere i termini di prescrizione inviando al contribuente un’intimazione di pagamento.

Qualora venga notificata questo avviso, il contribuente ha a disposizione solamente 5 giorni di tempo ulteriori per saldare il debito o concordare con l’Agenzia delle Entrate un piano di rientro. Tale piano di rientro può configurarsi con un saldo e stralcio, attraverso il quale solitamente si cancellano mora e sanzioni accessorie alla cifra dovuta, oppure un pagamento rateale.
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Per considerare il debito completamente cancellato senza doverlo pagare, infatti, devono passare 5 anni dal mancato versamento della somma dovuta senza che nel frattempo vengano inviate notifiche da parte dell’ente preposto alla riscossione. La cartella esattoriale, così come l’intimazione di pagamento sono atti ufficiali che per legge interrompono i termini di prescrizione e li fanno ripartire da zero.