Dramma per centinaia di famiglie che, pur avendo tutti i requisiti in regola, si sono viste togliere l’Assegno di Inclusione. Cambio di rotta del Governo?
Centinaia di famiglie restano, di punto in bianco, senza sussidi senza capacitarsene, senza comprendere il perché. Negli ultimi giorni sono stati tanti i nuclei familiari che si sono visti togliere dall’Inps l’Assegno d’Inclusione. La cosa incredibile è che si tratta di famiglie perfettamente in regola con tutti i requisiti.

Cosa sta succedendo? Cambio di rotta improvviso del Governo Meloni costretto a dare una sforbiciata a bonus e agevolazioni? Non proprio: la situazione è decisamente più complessa ed è legata ad un cavillo insito al bonus stesso, un “dettaglio” che, tuttavia, quasi nessuno conosceva.
Ricordiamo che l’Assegno d’Inclusione è entrato in scena nel 2024, studiato per sostituire il vecchio Reddito di Cittadinanza senza, però, diventarne la butta copia. Infatti per poterne beneficiare occorre soddisfare requisiti che vanno oltre Isee e reddito ma riguardano la composizione stessa della famiglia. Eppure, anche chi soddisfa tutte le condizioni, rischia di perderlo ugualmente. Come mai?
Assegno d’Inclusione: le novità di quest’anno
L’Assegno d’Inclusione è nato con lo scopo di sostenere economicamente le fasce più deboli della popolazione, quelle a maggiore rischio povertà. Quest’anno, con la Legge di Bilancio 2025, il Governo Meloni ha introdotto alcune novità che è importante conoscere.

I cambiamenti introdotti a partire da gennaio 2025, vanno tutti a vantaggio dei percettori. Infatti la soglia Isee da non superare per poter fruire del sussidio è passata da 9360 a 10.140 euro e il reddito familiare è passato da 6000 a 6500 euro annui lordi. E’ aumentato anche l’importo del beneficio il quale è salito da 780 a 844 euro di base a famiglia compreso anche il contributo per pagare l’affitto.
Resta valida la regola che, possono richiedere l’ADI, solo famiglie al cui interno c’è almeno un soggetto non occupabile: un minore di 18 anni, una persona che ha già compiuto 60 anni, un invalido con disabilità pari o superiore al 67%, un soggetto preso in carico dai servizi sociali o assistenziali. Moltissime famiglie, pur avendo tutti i requisiti richiesti, si sono viste sospendere e poi togliere l’aiuto. Perché?
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Assegno d’Inclusione: in questi casi decade
L’Assegno d’Inclusione ha vincoli un po’ più stringenti di quelli che tutti conosciamo e anche molti percettori non conoscono alla perfezione tutte le condizioni da rispettare per non perderlo. Ce ne è una che, in particolare, a molti è sfuggita e che ha a che fare con i figli.

In Italia vige l’obbligo d’istruzione scolastica almeno fino a 16 anni. Pertanto se una famiglia non rispetta quest’obbligo e non manda i figli a scuola, allora, nonostante sia in regola con tutti gli altri requisiti, perderà immediatamente l’aiuto di Stato. Si tratta di una novità introdotta dall’ultimo decreto Lavoro. A controllare che questo obbligo venga rispettato saranno i Servizi Sociali.
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Qualora si scoprissero inadempienze, l’ADI verrà dapprima solo sospeso e poi, se il minore non riprenderà a frequentare la scuola entro 7 giorni, allora decadrà in via definitiva. Come stabilito dal Ministero del Lavoro, i Servizi Sociali sono tenuti ad effettuare controlli ogni mese in presenza di ragazzini e ragazzine che non hanno ancora completato il ciclo d’istruzione obbligatorio il quale prevede la scuola elementare, le scuole medie e i primi due anni di un istituto superiore.





