Sean Combs, una vittoria: la prima accusa è archiviata

Un tribunale federale ha archiviato una delle cause civili contro Sean Combs dopo che la querelante ha scelto di non rivelare la propria identità, è la prima vittoria legale per il rapper travolto da uno scandalo sessuale senza precedenti

È una vittoria importante, ma è solo la prima considerando le moltissime accuse ancora da dimostrare e dibattere in tribunale. Ma la prima delle numerose accuse contro Sean Combs, noto anche come P Diddy, è formalmente archiviata.

Sean Combs, P Diddy
Sean Combs attende l’esito del processo in carcere – Credits ANSA (abruzzo.cityrumors.it)

A deciderlo è stato il giudice distrettuale Lewis J. Liman, che ha chiuso il caso presentato in forma anonima da una donna identificata come “Jane Doe”, il nome con cui di solito si indicano le persone protette da anonimato.

Sean Combs, la prima accusa

La causa, incentrata su presunti abusi sessuali risalenti al 1995, non potrà proseguire: la querelante ha scelto di non rendere pubblico il proprio nome, contravvenendo a quanto stabilito dal tribunale.

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Il procedimento rappresenta un primo punto a favore per la difesa dell’artista, che nelle ultime settimane ha visto crescere il numero di azioni legali e accuse penali nei suoi confronti. Secondo l’avvocato della donna, la decisione di non continuare è legata al timore di esporsi pubblicamente. “Non posso biasimarla – ha dichiarato Tony Buzbee, avvocato texano – questi procedimenti sono traumatici e spesso espongono le vittime a un circo mediatico che spaventa. La sua scelta merita rispetto”.

Sean Combs, il caso archiviato dalla corte federale

Il 6 marzo 2025, il giudice Liman aveva stabilito che la causa non poteva proseguire in forma anonima. E dunque aveva chiesto alla querelante di rivelarsi concedendole tre settimane per ripresentare la denuncia utilizzando il proprio nome. Ma al 31 marzo – data del termine stabilito – nessun nuovo documento era stato depositato.

“Non ha presentato alcuna denuncia a suo nome, né ha richiesto una proroga dei termini”, ha scritto il giudice nella motivazione ufficiale della chiusura.

La denuncia iniziale era stata presentata il 14 ottobre 2023. Secondo quanto riportato nei documenti, la donna accusava Combs di averla violentata durante una festa organizzata a New York per le riprese di un video musicale di Biggie Smalls.

La posizione dell’avvocato della querelante

Tony Buzbee, legale che rappresenta numerose delle presunte vittime di Sean Combs, ha commentato l’archiviazione sottolineando la difficoltà per le donne che scelgono di esporsi in casi così delicati. “Ci sono molte paure tra queste querelanti, paure comprensibili. Questa donna ha deciso di non sottoporsi alla pressione pubblica e ai rischi percepiti. Dobbiamo accettarlo e rispettarlo”.

Buzbee ha ricordato che ogni caso ha la propria unicità e che, pur nella complessità di queste vicende, il diritto di scegliere se procedere o meno deve essere rispettato. Secondo quanto dichiarato dallo stesso legale in una conferenza stampa del 2024, sarebbero più di cento le donne intenzionate a intraprendere azioni legali contro Combs.

Sean Combs: la reazione della difesa

La squadra legale del rapper ha accolto la decisione del tribunale con soddisfazione, sottolineando come quella appena chiusa rappresenti la seconda causa archiviata in maniera definitiva: “È la seconda azione legale respinta integralmente. E non sarà l’ultima”, si legge nella nota.

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La difesa di Combs punta il dito contro la strategia degli avvocati delle presunte vittime: “Da mesi vediamo cause intentate da persone che si nascondono dietro l’anonimato, promosse da legali più interessati alla visibilità sui media che al merito giuridico. Anche le altre accuse, come quella di oggi, non reggeranno in tribunale”.

Sean Combs, P Diddy
Due assoluzioni, ma il processo va avanti – Credits ANSA (abruzzo.cityrumors.it)

Le altre accuse e il processo penale in arrivo

Combs è attualmente detenuto, dopo che il tribunale ha rigettato più volte le richieste di rilascio su cauzione. Il processo per traffico sessuale e associazione a delinquere, sicuramente il più importante, è fissato per il 5 maggio. Nel frattempo, decine di denunce civili e penali continuano ad accumularsi, molte delle quali presentate da querelanti anonimi.

I legali dell’artista stanno cercando in vari casi di forzare la rivelazione dell’identità delle presunte vittime. Alcuni giudici hanno accolto queste richieste, mettendo in discussione le motivazioni presentate per giustificare l’anonimato. È accaduto, ad esempio, a novembre, quando un “John Doe” ha visto il suo caso archiviato un giorno dopo il deposito per non aver chiesto l’autorizzazione all’anonimato.

Quando l’anonimato non regge: i casi McCrary e Kane

In altri episodi simili, i giudici hanno imposto l’identificazione delle querelanti. Nel caso di un presunto stupro del 2004, la donna ha dovuto rivelare il suo nome, Candice McCrary, dopo che il giudice Mary Kay Vyskocil ha evidenziato la necessità per Combs di “verificare la credibilità dell’accusatrice” e ha richiamato l’interesse pubblico verso un processo aperto.

Anche Anna Kane ha dovuto rendere pubblico il proprio nome dopo che un altro giudice ha ritenuto insufficienti le sue motivazioni per rimanere anonima. Al contrario, in dicembre, il giudice Analisa Torres ha concesso a un’altra donna rappresentata da Buzbee di mantenere l’anonimato, considerando “la delicatezza delle circostanze”.

La controffensiva legale: Jay-Z querela gli accusatori

Alcune dinamiche processuali hanno anche coinvolto nomi noti della scena hip-hop. Una delle Jane Doe, dopo aver volontariamente ritirato la propria denuncia contro Combs e Jay-Z (il marito di Beyoncé) a febbraio, è stata a sua volta querelata da quest’ultimo.

Jay-Z ha accusato la donna e il team legale di Buzbee di “persecuzione giudiziaria, cospirazione civile e diffamazione”.

Il caso mostra come il fronte legale che coinvolge Sean Combs resti altamente complesso, con una serie di procedimenti ancora in corso e una battaglia che, al momento, sembra destinata a proseguire ancora a lungo.

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