Mike Peters, fondatore e voce dei The Alarm, è morto a 66 anni dopo una battaglia di quasi trent’anni contro cancro e leucemia. La sua carriera ha influenzato almeno due generazioni di musicisti che si sono ispirati alla new wave anni ’80 del Regno Unito.
Se ne è andato a 66 anni Mike Peters, cantautore gallese e fondatore dei The Alarm, una delle band più significative della scena rock alternativa britannica tra anni ’80 e ‘90.

L’artista è morto lo scorso 28 aprile nella sua casa di Dyserth, nel nord del Galles, come confermato dalla famiglia con un comunicato ufficiale.
Trent’anni di lotta contro la malattia
Mike Peters combatteva da tempo contro due forme gravi di leucemia. La prima diagnosi, risalente al 2005, riguardava una leucemia mieloide cronica. Nel 2022 era poi emersa una seconda patologia, una leucemia linfoblastica acuta. In realtà già nel 1995 a Peters i medici avevano diagnosticato un linfoma non Hodgkin molto aggressivo che lo aveva costretto a lunghe cure: senza mai abbandonare il palco e la band.
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Nonostante condizioni di salute precarie e a volte preoccupanti, l’artista ha continuato a esibirsi, a incidere musica e a sostenere cause sociali legate alla sanità e alla prevenzione.
Tuttavia negli ultimi anni le sue condizioni erano notevolmente peggiorate e avevano quasi sfigurato i suoi tratti distintivi, un volto estremamente riconoscibile con capelli lunghi e sparati in un ciuffo ribelle.
Mike Peters e il percorso con gli The Alarm
Ribelle era anche la sua musica. Dettata da una storia musicale che lo vede iniziare a suonare negli anni Settanta, folgorato dall’avere assistito al concerto dei Sex Pistols. Compra la sua prima chitarra, una semiacustica e fonda i The Toilets con cui comincia a suonare creandosi una piccola popolarità nel Galles e togliendosi la soddisfazione delle prime esibizioni, aprendo per diversi nomi importanti. Proprio l’uso della chitarra semiacustica diventa uno dei suoi tratti distintivi: divertente il suo vezzo di usarla come lavagna, scrivendo con un pennarello messaggi che lo accompagnavano, diversi a ogni show, su qualsiasi palco.
Fonda anche i Seventeen ma la svolta arriva nel 1981 con la nascita dei The Alarm. Il gruppo si impone per la capacità di unire energia punk e liriche riflessive estremamente ispirati a temi sociali: in particolare la crisi del lavoro, tema a lui molto caro. Brani come The Stand, 68 Guns e Spirit of ’76 entrano rapidamente nel repertorio di riferimento di una generazione disillusa ma affamata di speranza spalancando alla band il successo commerciale e di classifica.
Fedeli alla linea
Insieme a U2, Big Country e ai gallesi Waterboys, i The Alarm diventano paladini di una proposta folk-rock cui resteranno fedeli per tutta la vita, fino all’ultimo album, Forward, pubblicato nel 2023 quando la malattia sembrava aver ormai preso il sopravvento.
Con una carriera che ha attraversato fasi diverse, Mike Peters ha sempre rappresentato una voce coerente, anche nei momenti di maggiore difficoltà. Dopo lo scioglimento della band nella prima metà degli anni Novanta, ha portato avanti il progetto con nuove formazioni e produzioni discografiche, mantenendo vivo lo spirito originario.

Mike Peters, impegno sociale e testimonianza personale
Oltre alla musica, Peters è stato protagonista anche nel campo dell’impegno civile. Insieme alla moglie Jules, nel 2007 ha fondato Love Hope Strength, una fondazione dedicata alla lotta contro il cancro. Il progetto ha raccolto fondi, promosso eventi benefici e diffuso la cultura della prevenzione attraverso la musica. Un impegno che lo terrà vivo per quasi vent’anni garantendogli il titolo di MBE, cavaliere dell’Ordine Britannico.
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La sua vita è diventata anche materia di racconto televisivo: la BBC gli ha dedicato uno speciale documentario nel 2023, che ha seguito il suo percorso tra le cure e i tour.
Altri progetti: i Big Country
Importante il suo contributo come solista con la realizzazione di una decina di album molto versatili che testimoniano non solo la qualità ma anche la grande quantità di canzoni scritte e continuamente interpretate dal vivo in un rapporto molto affettuoso con un pubblico che lo ha sempre seguito con estrema attenzione. Peters canterà anche con Dean Men Walking, Jack Tars, Hairy Hippie ma soprattutto con una band che lo influenzerà molto, gli scozzesi Big Country.
Dopo la tragica scomparsa del loro cantante, Stuart Adamson, morto suicida nel 2001 a soli 41 anni, la band offre proprio a lui il ruolo di voce della band: con i Big Country Mike Peters girerà per tre anni – dal 2010 al 2013 – tenendo moltissimi concerti (uno anche in Italia, al Tunnel di Milano) incidendo l’unico singolo originale senza la voce di Adamson – Another Country – prima dell’album The Journey, sempre con la voce di Peters, l’ultimo pubblicato dalla band ancora oggi attiva ma con Simon Hough alla voce. Peters restituirà alla musica di Adamson e dei Big Contry nuova linfa e visibilità prima di dedicarsi alle attività solistiche e ai The Alarm per i quali firma cinque soli album – dal 1984 al 1991 – oltre a Forwards.
Mike Peters, il ricordo degli amici e della scena musicale
La notizia della morte di Mike Peters ha suscitato profonda commozione in tutto il mondo della musica. Colleghi, fan e artisti lo ricordano come una figura generosa e tenace. Il chitarrista James Stevenson, da anni al suo fianco negli The Alarm, ha scritto: “Mike ha lottato fino all’ultimo giorno. Un vero guerriero e non ha mai fatto pesare fatiche, dolori e terapie a nessuno. Lo ricorderò sempre con il sorriso e l’ottimismo che lo ha contraddistinto fino alla fine”.
La moglie Jules ha annunciato che la fondazione continuerà il suo lavoro in memoria del marito, con nuovi eventi e progetti per sostenere i malati oncologici. Mike Peters lascia un’eredità musicale di almeno 250 brani.





