Liam Payne, la serie postuma su Netflix e quel “luogo felice” chiamato musica

Netflix ha finalmente lanciato “Building the Band”, nuova serie musicale dedicata a Liam Payne, il cantante degli One Direction tragicamente scomparso nel 2024. Un tributo sincero, tra commozione e ricordi, ma non senza polemiche.

C’è chi lo definisce un omaggio toccante, chi la accusa di essere un’operazione commerciale borderline. Ma una cosa è certa: “Building the Band”, la nuova serie Netflix, è un evento significativo.

Liam Payne
Liam Payne, in una foto di repertorio: è morto lo scorso anno a soli 29 anni – Credits ANSA (Abruzzo.CityRumors.it)

A nove mesi dalla tragica morte di Liam Payne, la piattaforma ha deciso di mandare in onda l’ultimo progetto a cui l’ex One Direction ha partecipato, come giudice e mentore. E lo fa con un tributo affettuoso, apertamente dedicato a lui.

Liam Payne, l’ultimo progetto di una vita

Il programma, girato in gran parte prima della morte di Payne avvenuta nell’ottobre 2024 a causa di una caduta dal terrazzo del suo appartamento di un hotel a Buenos Aires, in circostanze mai completamente chiarite, era inizialmente destinato ad andare in onda nel 2025 con Payne ovviamente in vita nelle vesti di un ruolo importante.

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La morte del cantante aveva sospeso i programmi editoriali del colosso che aveva rinviato in almeno due occasioni la sua messa in onda, proprio in considerazione del clamore non solo della morte del cantante, ma anche delle controverse circostanze del suo decesso.

Liam Paym e Building the Band

Nonostante le critiche sulla sua diffusione postuma, Netflix ha scelto di procedere dopo aver ottenuto il pieno consenso della famiglia del cantante. Le sorelle di Liam, Nicole Payne e Ruth Payne Gibbins, hanno espresso pubblicamente gratitudine per la possibilità di “vederlo al suo meglio”. Ruth ha parlato di “orgoglio incommensurabile nel vedere il fratello fare le cose per cui essere nato, esprimersi come performer e intrattenitore”.

Nicole ha scritto…. “Guardarlo in questi mesi nei video e nei contenuti della serie che aveva contribuito a creare e girare, ci ha aiutato almeno un pochino a sentirlo vicino. Sono felice che anche il mondo possa vederlo così com’è.”

Una serie musicale dai toni intimi

“Building the Band” è un talent che fonde il format di The Voice con la componente relazionale di Love is Blind. Cinquanta cantanti, chiusi in pod insonorizzati dei quali si ascolta solo la voce dei protagonisti, senza mai vederne l’aspetto, sono il modo in cui alcuni cantanti scelgono i compagni con cui formare una band: basandosi solo sulla voce.

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Liam Payne compare come giudice nelle fasi successive dello show, accanto a Nicole Scherzinger (Pissycat Dolls) e Kelly Rowland (Destiny’s Child), mentre AJ McLean dei Backstreet Boys ne è il condiuttore.

Il loro ruolo va oltre il semplice giudizio musicale. Nicole Scherzinger, intervistata da Billboard, dice… “Questo programma non era un business e non era una competizione. Si vedeva quanto la trasmissione fosse il suo luogo felice. Liam amava aiutare, condividere. Si comportava più da mentore e da produttore che da talent, era preziosissimo con i suoi consigli. Sicuramente era nel posto giusto.”

Liam Payne, Brit Awards
Il ricordo di Liam Payne ai recenti Brit Awards – Credits ANSA (Abruzzo.CityRumors.it)

Liam Payne, il cerchio che si chiude

La presenza di Payne in “Building the Band” è carica di significato: un ritorno nel mondo del talent che l’aveva lanciato nel 2010. Allora era un ragazzo con molti sogni e una voce estremamente potente. Selezionato dal potentissimo Simon Cowell per formare i One Direction è diventato un cantante professionista e una superstar di fama mondiale. Il programma lo restituisce al suo pubblico nei panni di una persona matura e realizzata, che restituisce la sua esperienza a nuove generazioni di artisti.

La producer esecutiva del programa Cat Lawson, produttrice del programma, lo ha voluto ricordare così: “Liam era glorioso, nessuno di noi poteva immaginare cosa sarebbe accaduto. Ma tutti sapevamo quanto fosse speciale il suo contributo.”

 Emozione e rispetto: la linea Netflix

Netflix ha deciso di dedicare l’intera serie a Liam Payne. I primi episodi si aprono con un omaggio molto emotivo e personale di AJ McLean: “Attraverso la sua presenza, si vede il suo profondo amore per la musica.”

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Molti spettatori, pur inizialmente dubbiosi, vedendola in onda, hanno riconosciuto nella serie una volontà autentica di onorare Payne, più che quella di sfruttarne l’immagine. Non mancano i momenti intensi: l’ironia del cantante in alcune situazioni, ma anche la sua delicatezza nel dare consigli, la sua capacità di “illuminare lo studio”, come ha scritto The Guardian nella sua recensione.

Liam Payne, fan
Il dolore dei fan dopo l’annuncio della morte di Liam Payne – Credits ANSA (Abruzzo.CityRumors.it)

Oltre l’eredità

Dopo lo scioglimento dei One Direction nel 2015, Liam Payne aveva pubblicato un album solista e collaborato con artisti come Quavo, Rita Ora e Jonas Blue. Ma era rimasto, come lui stesso amava definirsi, “il ragazzo di band”. Il progetto Netflix, come ha sottolineato Scherzinger, è una sorta di ritorno a casa… “Vederlo aiutare i ragazzi, guidarli, ispirarli è stato emozionante. Era fiero di tutto ciò.”

“Building the Band” non vuole solo essere un tributo. Con il suo format ibrido e una narrazione più umana che competitiva, cerca di rilanciare i talent musicali, format ormai sfruttatissimo e anche in piena discussione considerando gli ultimi insuccessi, in una chiave del tutto nuova. Nessun contratto discografico garantito, solo visibilità globale e la libertà di decidere se, come e con chi continuare insieme. Un’idea ambiziosa, forse un nuovo modello per il futuro.

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