Atri, istituto Adone Zoli: l’esperienza della didattica digitale

Atri. A pochissimi giorni dalla ufficialità che la scuola chiudeva i suoi spazi fisici per aprirsi alla connessione digitale con la sua comunità, l’Istituto atriano aveva già sperimentato un’avanguardia di Virtual Reality con AltSpaceVR, la piattaforma gratuita di proprietà della Microsoft, organizzando con la classe V del suo indirizzo Scientifico dello Sport la prima lezione di attività di formazione virtuale.

 

“Lo strumento digitale è stato fondamentale. Per quanto mal considerato da alcuni insegnanti per i quali la didattica a distanza non è didattica, se non avessimo sfruttato il digitale avremmo perso completamente il contatto con i nostri studenti – commenta Daniele Vigato, docente e coordinatore dell’esperienza digitale – La formazione con le nuove tecnologie manca di per sé della relazione viva di uno scambio, fatta di contatto fisico e visivo e di emozioni ravvicinate. AltSpaceVR, al contrario, ci ha permesso di ricreare la nostra scuola come spazio condiviso, formativo e ricreativo, in cui interagire in un normale giorno scolastico. I nostri ragazzi, trasformati in avatar, sono stati teletrasportati nel loro Zoli virtuale, presenti ‘fisicamente’ pur rimanendo a casa propria. Con gli avatar, facilmente personalizzabili da ogni studente, hanno vissuto un’esperienza formativa con la meccanica dei videogames che tiene alta l’attenzione. Un ambiente che non ha la pretesa di sostituire la realtà – ma solo di integrarla, molto vicina agli adolescenti.”

L’esperienza ALTSPACE VR è stata un’opportunità straordinaria che ha scardinato le vecchie logiche del “fare scuola”, sperimentando nuovi modelli didattici e ripensando il rapporto fra spazi e tempi dell’apprendimento, ma ha evidenziato limiti strutturali non bypassabili: la piattaforma introduce in un mondo digitale le cui potenzialità educative sono ancora perlopiù sconosciute, e soprattutto non è supportata da tutti i sistemi operativi, rischiando di aumentare il digital divide.  Altro ostacolo non trascurabile è stata la carenza in molti insegnanti di conoscenze adeguate alla nuova esperienza digitale. Il lockdown è arrivato all’improvviso, la didattica a distanza è stata avviata velocemente, non supportata da una preparazione efficace ed omogenea all’educazione digitale tanto auspicata nella scuola italiana. Eppure, dalle criticità nascono acceleratori di processi di innovazione, determinando scelte di integrazione per il nostro presente e prossimo futuro. L’iniziativa di ALTSPACE VR fa eco a tutte le operazioni di digitalizzazione della nuova offerta formativa dell’Istituto Zoli.  Gli studenti hanno seguito le lezioni attraverso videoconferenze, attività interattive e contenuti multimediali fruibili all’interno delle due piattaforme online create ad hoc, Cisco Webex e G-Suite, e delle Aule Virtuali online del Registro Elettronico.

La didattica quotidiana, scandita da un regolare orario delle lezioni, è riuscita così a mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combattendo il rischio di isolamento e di demotivazione con particolare riguardo agli alunni con diverse abilità e con bisogni educativi speciali, essenziale per non interrompere il percorso di apprendimento. Questi ultimi hanno sperimentato in maniera sicuramente più forte quel senso di disorientamento, incertezza e paura che ha caratterizzato le nostre vite. L’inclusione è stata la vera sfida della didattica a distanza, una sfida carica di fatica e di responsabilità per la scuola, ma che ha consentito di mantenere una relazione di aiuto e di vicinanza con i ragazzi, cercando di colmare un vuoto e di arginare la loro solitudine. Fin dai primi giorni di chiusura i docenti hanno capito che la relazione umana doveva essere centrale in questo percorso e si sono messi in moto verso questa direzione.

L’inclusione si è basata soprattutto sulla fiducia tra docenti, alunni e famiglie e su una fattiva collaborazione tra tutti gli educatori coinvolti che si sono adoperati per cercare gli strumenti più idonei e le strategie più efficaci per una didattica personalizzata. Per alcuni ragazzi che si trovano a vivere situazioni di gravità o in contesti sociali più difficili, è stato un lavoro estremamente complesso, in alcuni casi è stato molto difficile dialogare con i ragazzi, e le famiglie hanno faticato ad occuparsi per l’intera giornata dei figli, soprattutto se necessaria un’attenzione sistematica e costante. Ma, anche nelle situazioni familiari più critiche e disagevoli, far sentire la voce della scuola attraverso parole di sostegno e di incoraggiamento è stato lo scopo principale di ogni azione didattico-educativa messa in campo. «Se da una parte la didattica a distanza presenta punti di debolezza, dall’altra ha evidenziato anche grandi potenzialità per gli studenti BES, facendo emergere competenze inespresse e latenti, con un ruolo più attivo e partecipativo da parte di alunni poco coinvolti nella pratica didattica tradizionale – afferma Valeria Scipione, docente e referente per l’inclusione – Tra tanti aspetti di criticità che necessitano sicuramente di essere rivisitati nell’ottica del miglioramento, la didattica a distanza offre anche tante opportunità di condivisione e di integrazione verso una nuova comunità scolastica inclusiva!»

E all’insegna della condivisione e integrazione gli studenti dell’indirizzo Tecnico Agrario continuano a cimentarsi in tutorial di pratiche di interesse comune su Facebook con “LA RUBRICA DEL GIOVEDÌ: 5 minuti in nostra compagnia”. Coordinati da Alessandra Nuvolone, docente e attivista di Avanguardie Educative INDIRE, i ragazzi hanno realizzato una serie di utility pills come “esperienze alternative a distanza”, per riunire virtualmente non solo la comunità dello Zoli, ma tanti adolescenti e adulti che vivevano la monotonia di giornate chiuse in casa, scandite da un tempo esageratamente dilatato. Un’esperienza formativa che ha messo in campo le loro conoscenze, competenze e capacità, che li ha motivati a vincere l’imbarazzo di una registrazione audiovisiva o di una diretta in streaming e che li ha proiettati in una dimensione di condivisione. Grazie al mondo multimediale hanno mantenuto il contatto con i loro coetanei, con la scuola, con i loro hobby, sensibili ad altri stimoli verso la ricerca di nuovi interessi.

Durante il periodo di distanziamento sociale l’Istituto Zoli ha organizzato, inoltre, una serie di importanti appuntamenti in videoconferenza per mettere in contatto gli studenti con specialisti di settore e con personaggi di chiara fama. Brevi seminari e interviste condotti e moderati dai ragazzi per avvicinarli al mondo della scienza, dello sport e del lavoro, portando in aula virtuale le storie dei protagonisti più noti al tempo del Covid 19, raccontate dalla viva voce di chi le ha vissute. Il recente appuntamento in videocall ha visto coinvolti gli studenti della classe IV dell’indirizzo Scientifico dello Sport che in qualità di giornalisti in erba hanno intervistato in lingua inglese il Dott. Kirill Micallef-Stafrace, Direttore del Comitato Olimpico Maltese, Direttore Medico della Federazione Calcio di Malta e Senior Lecturer dell’Università di Malta, coinvolto in questa iniziativa da Barbara Monteleone, docente e referente per la comunicazione con il territorio e con l’estero. A lui sono state poste domande sulle misure messe in atto dal Comitato Olimpico Maltese per prevenire il contagio del Coronavirus tra gli atleti, sulle attività alternative di allenamento per preservare la forma fisica e tanto altro.

Se da una parte si è sperimentata un’interfaccia della scuola di un futuro non troppo lontano, dall’altra non si è dimenticato di promuovere pratiche di una didattica ormai lontana nel tempo. L’indirizzo sportivo ha lanciato una nuova challenge, aperta a tutti, non solo agli studenti e ai docenti, ma a chiunque voglia allenare la propria mente alla memoria. Una pratica, come si diceva prima, obsoleta, ma quanto mai importante. «Basta imparare a memoria una poesia o passi di opere ad ampio respiro e recitarla in un video da postare sui social con l’hastag #alleniamolamente. Un esercizio prioritario in questo momento per poter oltrepassare quella “siepe” simbolica, rappresentata dagli schermi dei nostri tablet, dei pc e degli smartphone, e “naufragare” tra i versi della nostra letteratura – ci spiega Valentina Ciafardone, docente e promotrice della challenge –  I ragazzi sono coinvolti in sfide nuove che hanno radici antiche. Dalle prime poesie recitate dai nostri studenti, con un “folle volo” siamo riusciti a coinvolgere amici in Argentina e Colombia, ma anche voci di casa nostra. Ad occhi chiusi abbiamo ascoltato Evelina Frisa che ci ha fatti naufragare nel dolce mare leopardiano, Pierluigi Di Clemente che ci ha ricordato quanto il saluto di una donna sia ineffabile da raccontare e poi tanti e tanti altri amici e studenti che si sono dilettati nella poesia in simbiosi con lo sport, in una combo ancora tutta da esplorare. L’intento era di dare un po’di colore a questo grigiume che ci ha travolti e spiccare il volo verso dei limiti che ancora non conosciamo».

A due mesi dalla sospensione delle attività didattiche si è giunti già a una seconda analisi ragionata del contesto scolastico attuale che ha subito un profondo e obbligato cambiamento per una situazione contingente. Tale cambiamento ha coinvolto tutto e tutti, senza possibilità di scelta, e risulta fondamentale coglierlo come una grande possibilità di rivedere e riconsiderare le pratiche educative e formative del nostro sistema scolastico. «La rilevazione delle informazioni e dei dati avviene periodicamente tramite una matrice SWOT perché si adatta bene ai processi strategici e permette, avendo una visione completa non solo a breve, ma anche a medio e lungo termine, di assumere un atteggiamento proattivo di fronte alle difficoltà e alle novità – spiega Secondina Narcisi, primo collaboratore del Dirigente Scolastico – In attesa del secondo bilancio che pubblicheremo sul nostro sito web emerge una diffusa soddisfazione del servizio che ci conforta e nello stesso tempo ci impone un impegno ed entusiasmo pedagogico costanti per evitare situazioni di disiguaglianza sociale».

Quanti ragazzi hanno a disposizione un device personale per la connessione alle lezioni e al materiale digitale proposto e quanti devono condividerlo con altri fratelli e sorelle alle prese con la didattica a distanza? Quanti ragazzi godono di un ambiente scolastico e familiare stimolante e incentivante? Quante scuole avevano già attivato un sistema rodato di piattaforme digitali e investito in formazioni per una concreta integrazione tra la didattica classica e digitale e quante hanno dovuto velocizzare questo processo durante la pandemia? L’analisi ci riporta uno spaccato di un’Italia che procede a ritmo differenziato con criticità evidenti che possono, però, far scaturire grandi opportunità: ricostruire il patto sociale fra Stato e cittadini rinnovando la scuola che ha riscoperto il proprio ruolo come luogo culturale, di socialità, cura, crescita individuale e collettiva di una comunità e di un territorio. Il processo di rinnovamento deve coinvolgere non solo gli strumenti e le metodologie, ma lo spirito con cui si affronteranno le sfide di un mondo caratterizzato dal cambiamento e sottoposto a cicli di crisi.

Tante sono state le iniziative a sostegno della scuola, tutti gli attori coinvolti nella formazione hanno messo a disposizione le loro competenze, le loro strutture, la Scuola Normale Superiore di Pisa con lezioni online dedicate ai docenti con le loro classi, Rai Scuola con una programmazione rinnovata per gli studenti a casa, l’Unesco con il suo viaggio multidimensionale alla scoperta dei patrimoni dell’Umanità, per citarne solo alcune.

Cosa e come si è potuto scegliere in un contesto di iper-offerta? “Coltivando e insegnando a coltivare il pensiero critico come attitudine alla riflessione scettica nei confronti di ciò che leggiamo, guardiamo e ascoltiamo, la capacità di confrontare diversi punti di vista e scegliere il proprio, di paragonare diverse posizioni e arrivare a una propria sintesi equilibrata – risponde il Dirigente Scolastico Paola Angeloni –  Quello spirito critico che gli studenti hanno sperimentato con scelte consapevoli e responsabili. Sono rimasti a casa, sanno di dover continuare a mantere distanze e protezioni di sicurezza per il bene di tutti, per il loro bene, affinché presto possano finalmente ritornare sui banchi di scuola e quel giorno non si preoccuperanno per le interrogazioni o i compiti in classe, perché il compito più importante lo hanno già svolto ed il banco di prova più serio è stato quello di rinunciare consapevolmente alla loro meravigliosa libertà”.

 

 

 

 

 

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