Ma attorno alla protesta che va avanti dallo scorso 17 di febbraio, si nascondono tante storie, raccontate anche dalle segretarie provinciali di Fiom, Fim e Uilm.
Dietro i cancelli storie di “persone”, come Annamaria con 2 anziani in casa con pensione minima e bollette da pagare. Spesso scoppia in lacrime ma poi come una leonessa si riprende e tira sul il morale a tutti. O come Peppe! Che da separato non può né passare gli alimenti ai suoi 2 figli e nemmeno comprargli una bicicletta per Natale. C’è Vincenzo sempre presente al presidio che obbliga la moglie (lei lo fa volentieri) a preparare dolci e ciambelloni per tutti. C’è Samuele con 500 euro di mutuo da pagare ma anima il presidio attrezzando con il suo computer musica e partite di calcio. Poi c’è Milva, che da casa si prepara il sugo per la pasta e lo porta al presidio.
Gli manca un anno per la pensione e con lo sciopero perde contributi ma non molla i suoi compagni. E anche Pedro, invalidato da un ictus, si fa accompagnare dalla moglie e i suoi compagni lo invitano a tornare a casa per non fargli prendere freddo. E la RSU! Fabrizio Andrea e Gigi che pensano ai rifornimenti e si sbattono assieme ai segretari da un ente all’altro per elemosinare aiuto. Poi ci sono quelli andati via nelle aziende vicine, e la sera quando suona la sirena di stacco non vanno dai loro famigliari ma corrono al presidio a dar manforte ai loro ex compagni. I tanti e tanti RSU di altre aziende metalmeccaniche che in questi giorni sono passati a dare concreta solidarietà ai fratelli in difficoltà.
“Un grazie particolare alle donne ATR, sempre presenti e attive che da buone mamme e mogli lavoratrici si prodigano a mantenere un presidio dignitoso.
Questa bella Italia a prescindere ci rende orgogliosi e fieri di rappresentarla. Se è vero che il Sindacato è nato tra gli ultimi ci sentiamo a casa.
E quando ci continueranno a chiedere “dove eravate?” Risponderemo : “Chiedetelo a quelle persone speciali dell’ATR”. (Non a chi non c’era)”, scrivono i sindacati.