Colonnella. La protesta dinanzi ai cancelli continua. E domani, domenica 1 marzo, è in programma il secondo pranzo solidale, organizzato dai lavoratori in sciopero dell’ATR. Un percorso di lotta e di dignità per i 150 lavoratori della storica azienda di Colonnella, che hanno oramai accumulato 4 mesi di stipendi arretrati, e che domani offriranno a coloro che andranno a sostenerli nella loro vertenza, il pranzo domenicale dinanzi ai cancelli dell’azienda.
Ma attorno alla protesta che va avanti dallo scorso 17 di febbraio, si nascondono tante storie, raccontate anche dalle segretarie provinciali di Fiom, Fim e Uilm.
Dietro i cancelli storie di “persone”, come Annamaria con 2 anziani in casa con pensione minima e bollette da pagare. Spesso scoppia in lacrime ma poi come una leonessa si riprende e tira sul il morale a tutti. O come Peppe! Che da separato non può né passare gli alimenti ai suoi 2 figli e nemmeno comprargli una bicicletta per Natale. C’è Vincenzo sempre presente al presidio che obbliga la moglie (lei lo fa volentieri) a preparare dolci e ciambelloni per tutti. C’è Samuele con 500 euro di mutuo da pagare ma anima il presidio attrezzando con il suo computer musica e partite di calcio. Poi c’è Milva, che da casa si prepara il sugo per la pasta e lo porta al presidio.
Gli manca un anno per la pensione e con lo sciopero perde contributi ma non molla i suoi compagni. E anche Pedro, invalidato da un ictus, si fa accompagnare dalla moglie e i suoi compagni lo invitano a tornare a casa per non fargli prendere freddo. E la RSU! Fabrizio Andrea e Gigi che pensano ai rifornimenti e si sbattono assieme ai segretari da un ente all’altro per elemosinare aiuto. Poi ci sono quelli andati via nelle aziende vicine, e la sera quando suona la sirena di stacco non vanno dai loro famigliari ma corrono al presidio a dar manforte ai loro ex compagni. I tanti e tanti RSU di altre aziende metalmeccaniche che in questi giorni sono passati a dare concreta solidarietà ai fratelli in difficoltà.
“Un grazie particolare alle donne ATR, sempre presenti e attive che da buone mamme e mogli lavoratrici si prodigano a mantenere un presidio dignitoso.
Questa bella Italia a prescindere ci rende orgogliosi e fieri di rappresentarla. Se è vero che il Sindacato è nato tra gli ultimi ci sentiamo a casa.
E quando ci continueranno a chiedere “dove eravate?” Risponderemo : “Chiedetelo a quelle persone speciali dell’ATR”. (Non a chi non c’era)”, scrivono i sindacati.