“C’è il rischio molto elevato che si verifichi una frana attiva, con serie conseguenze” scriveva all’epoca Bernardo De Bernardinis, delegato della Protezione Civile nazionale, il quale esprimeva nel contempo la necessità di eseguire uno studio approfondito. Sono stati, quindi, commissionati i lavori e si è arrivati, intanto al 2011.
E’ il mese di marzo, il 18 marzo per l’esattezza, quando a Pietracamela si verifica la tragedia annunciata: il crollo parziale del masso.
D’altra parte, il pericolo non è certo cessato, considerando che un’altra parte del macigno incombe sull’abitato dividendo di fatto in due il borgo.
Il Comune, dunque, non è più disposto ad aspettare e ha deciso di rivolgersi alla magistratura, presentando un esposto in Procura, curato dall’avvocato Wania Della Vigna.
“L’obiettivo” spiega il legale “è quello di accertare eventuali responsabilità, che secondo noi competono alla Protezione Civile, da quella provinciale a quella nazionale. Addirittura” aggiunge Della Vigna “nel tavolo delle trattative riunito nel giugno del 2011 si è anche messo in discussione il nesso di casualità diretta tra il sisma e la frana. Quando sappiamo bene che c’è il famoso studio di De Bernardinis richiesto subito dopo il terremoto del 2009”.
Insomma, per i cittadini di Pietracamela è ora di mettere fine a questa storia. “Siamo sospesi come la frana” commenta il primo cittadino. “Vorremmo che si tornasse a parlare del rischio al quale è esposto il paese. L’ultima conferenza dei servizi si è riunita il 28 giugno del 2009. Dopo di che si è sprofondati in un profondo letargo amministrativo e istituzionale”.
Ma è giunto il momento di svegliarsi. Prima che la natura costringa a dire che ormai è troppo tardi.
Marina Serra