La presenza di Natalia Battista, docente di Biochimica del metabolismo alla Facoltà di Bioscienze dell’ateneo teramano nella missione spaziale Vita, dà lustro all’Università di Teramo che contribuisce in maniera fondamentale allo studio di possibili cure per l’osteoporosi.
L’esperimento Serim, selezionato e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, in collaborazione anche con ESA e NASA, era partito lo scorso 14 agosto e consentirà lo studio delle modifiche delle ossa grazie alla presenza di cellule staminali umane stimolate da una molecola iniettata attraverso automazione elettronica programmata a terra.
“Le cellule”, spiega Natalia Battista, “verranno riportate sulla Terra il prossimo mese per esaminare il ruolo degli endocannabinoidi, molecole simili agli ormoni, nel processo di invecchiamento delle ossa. Lo scopo di questo studio è quello di capire se è possibile riuscire a programmare le staminali in modo da diventare osteoblasti, cioè cellule responsabili della formazione di nuovo tessuto osseo, al fine di aiutare non solo gli astronauti a ripristinare la perdita di densità ossea causata dal periodo trascorso in microgravità, ma anche milioni di persone che soffrono di osteoporosi”.