In serata si è diffusa la notizia che l’omicida era stato fermato. Nulla di tutto questo, visto che gli inquirenti smentiscono questa eventualità. In serata, invece, è tata trovata a Martinsicuro l’auto con la quale l’omicida è scappato dopo aver commesso l’efferato delitto. Una piccola Peugeot di colore bianco, con all’interno delle macchie di sangue.
E potrebbe trattarsi dello stesso uomo nei confronti del quale la donna, 53 anni, madre di due figli (una ragazza di 15 e un maschio di 17), aveva presentato due denunce per stalking poi archiviate. Un medico molto stimato, professionalmente apprezzato, come hanno testimoniato alcuni colleghi di lavoro intervenuti nel luogo dell’omicidio e da parte dello stesso manager della Asl Fagano (presente sul lungo del delitto assieme all’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci).
La donna aveva terminato il suo turno di lavoro e poco dopo le 16 era in procinto di tornare a casa, quando si è imbattuta con il suo omicidio. Forse una discussione, poi aggredita uccisa a coltellate al collo e al petto. Nessuno ha notato nulla, se non a distanza la grida di aiuto della dottoressa.
“Abbiamo idea di chi possa essere l’omicida e lo stiamo cercando”, ha riferito un investigatore aggiungendo che “si tratta molto probabilmente di una persona che dava fastidio alla vittima”. Verifiche sono in corso in merito a denunce che la donna avrebbe presentato.
A dare conferma di quanto stesse accadendo è una sua amica, Caterina Longo. “Aveva presentato due denunce contro il suo stalker, ma erano state entrambe archiviate”. L’uomo, dice Caterina Longo, la perseguitava “da diversi anni”, la “osservava e seguiva, sempre e dappertutto. Si era intrufolato nella sua vita non sappiamo neanche come, con artifici e raggiri. Non era un suo ex, non avevano niente a che fare, era solo ossessionato da lei”. E sempre Caterina su Fb aveva scritto: “”Quante volte sedute a ragionare di quell’uomo… quel maledetto che ti perseguitava… e non sono riuscita a risolverti questa cosa…..e me lo porterò dentro tutta la vita…..ti voglio bene”. E sotto una valanga di commenti di chi l’ammirava.
Ad accorrere per primo subito dopo la tragedia un medico del pronto soccorso che era in servizio. “È morta tra le mie
braccia. Una cosa assurda pensare che era Ester”, dice Piergiorgio Casaccia, che lì, in quella pozza di sangue non l’aveva riconosciuta. “Intorno c’erano evidenti segni di colluttazione, c’erano due borse in terra, il cellulare. Una cosa assurda. Poi c’è stata solo disperazione e pianto. Perché, chi, chi può volere del male a Ester?. Una persona che ha
aiutato tutti i pazienti, anche di notte. Tra le mie mani ha fatto gli ultimi respiri. Assurdo pensare che era Ester”.
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