Ascoli Piceno. Pretendevano da un promotore finanziario di dividere una parcella da 60mila euro che lo stesso (un giovane residente in provincia di Teramo) aveva incassato, collaborando con un ente pubblico per la stesura di un progetto comunitario. Per questo motivo avrebbero minacciato verbalmente, a più riprese, l’uomo, che dapprima ha pagato tre rate del “pizzo”, poi ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri.
In esecuzione di un ordine di custodia cautelare, emesso dal gip del tribunale, Paolo Calvaresi, i carabinieri di Ascoli hanno arrestato quattro persone, accusate di estorsione. Due delle persone finite in manette sono abruzzesi: B.P. di 39 anni di Teramo (ma residente a San Benedetto del Tronto) e T.D.E. di 24 di Tortoreto, ma residente a San Benedetto (titolare di una concessionaria e accusato di essere una sorta di basista per perfezionare i vari tentativi di estorsione) e due siciliani: B.N.M.Q. di 36 anni, già richiuso nel carcere di Ancona, e R.F. residente a San Benedetto (l’unico che ha beneficiato della detenzione domiciliare per motivi di salute). Sembra che tutta la vicenda si sia consumata nel periodo compreso tra maggio e dicembre 2009, periodo nel quale il promotore finanziario, minacciato dai quattro, avrebbe versato nelle loro tasche 15 mila euro (in tre diverse occasioni). Il libero professionista, però, stanco delle vessazioni, ha deciso di raccontare tutto ad un carabiniere di quartiere in servizio ad Ascoli (città nella quale ha sede la sua agenzia), Cristian Saputelli di Campli. I militari conoscevano due delle persone poi arrestate (i due siciliani), coinvolti in un’altra inchiesta fatta di minacce e ricatti. Il concessionario di auto teramano è stato l’unico ad essere arrestato in flagranza, mentre incassava una mazzetta da 5mila euro dal promotore finanziario, in un incontro ad Ancarano. Ad incastrare il quartetto è stato anche un collaboratore di giustizia, in passato loro complice.