“La sentenza di Ancona” commenta in merito il presidente dell’associazione, Vincenzo Castelli “è importantissima per diversi motivi. Prima di tutto perché riconosce il reato di riduzione in schiavitù, che è molto difficile da dimostrare eppure sempre più diffuso. In secondo luogo, le condanne inflitte ieri sono la dimostrazione che azioni di contrasto alla prostituzione che vadano a colpire le ragazze che si prostituiscono in strada o in appartamento sono rivolte nella direzione sbagliata: non ha senso colpire chi è vittima di organizzazioni criminali, è necessario colpire gli sfruttatori, come è accaduto in questo caso.”
L’associazione On the Road ha accolto oltre un anno fa la giovane donna nigeriana che ieri è stata riconosciuta vittima di tre sfruttatori, le ha fornito il supporto legale necessario per denunciare gli schiavisti che la costringevano a prostituirsi lungo la Bonifica del Tronto e l’ha aiutata nell’accedere ad un programma di protezione sociale grazie al quale è stata trasferita in un luogo sicuro da dove potrà avviare il proprio reinserimento sociale e lavorativo.
“Questo caso” commenta ancora Vincenzo Castelli “è davvero emblematico: la ragazza ha subito violenze al limite della tortura perché rifiutava di prostituirsi, i dipendenti di una fabbrica che ha sede sulla Bonifica le hanno prestato il primo aiuto e hanno segnalato il caso all’associazione On the Road e alle forze dell’ordine. La condanna degli sfruttatori, dopo oltre un anno di lavoro teso a restituire giustizia e autonomia alla ragazza, suggella un modello di intervento che mette in sinergia la responsabilità di tutti, dai cittadini alle associazioni, alle forze dell’ordine, fino alla magistratura”.