Martinsicuro. Costituitasi parte civile al processo che ieri ha visto il Tribunale di Ancona comminare condanne a 8 e 2 anni per reati gravissimi come la riduzione in schiavitù, lo sfruttamento della prostituzione e la violenza sessuale nei confronti di una giovane donna nigeriana, l’associazione On the Road esprime plauso e soddisfazione per la sentenza espressa.
“La sentenza di Ancona” commenta in merito il presidente dell’associazione, Vincenzo Castelli “è importantissima per diversi motivi. Prima di tutto perché riconosce il reato di riduzione in schiavitù, che è molto difficile da dimostrare eppure sempre più diffuso. In secondo luogo, le condanne inflitte ieri sono la dimostrazione che azioni di contrasto alla prostituzione che vadano a colpire le ragazze che si prostituiscono in strada o in appartamento sono rivolte nella direzione sbagliata: non ha senso colpire chi è vittima di organizzazioni criminali, è necessario colpire gli sfruttatori, come è accaduto in questo caso.”
L’associazione On the Road ha accolto oltre un anno fa la giovane donna nigeriana che ieri è stata riconosciuta vittima di tre sfruttatori, le ha fornito il supporto legale necessario per denunciare gli schiavisti che la costringevano a prostituirsi lungo la Bonifica del Tronto e l’ha aiutata nell’accedere ad un programma di protezione sociale grazie al quale è stata trasferita in un luogo sicuro da dove potrà avviare il proprio reinserimento sociale e lavorativo.
“Questo caso” commenta ancora Vincenzo Castelli “è davvero emblematico: la ragazza ha subito violenze al limite della tortura perché rifiutava di prostituirsi, i dipendenti di una fabbrica che ha sede sulla Bonifica le hanno prestato il primo aiuto e hanno segnalato il caso all’associazione On the Road e alle forze dell’ordine. La condanna degli sfruttatori, dopo oltre un anno di lavoro teso a restituire giustizia e autonomia alla ragazza, suggella un modello di intervento che mette in sinergia la responsabilità di tutti, dai cittadini alle associazioni, alle forze dell’ordine, fino alla magistratura”.