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Lettera aperta delle Associazioni ambientaliste e di categoria per l’Area Marina Protetta Torre di Cerrano

Pineto. “L’annosa vicenda della violazione della legge istituiva dell’Area Marina Protetta di Torre di Cerrano da parte dei vongolari ha, fino ad oggi, sottratto tempo ed energie alle tante altre attività che l’AMP avrebbe potuto portare avanti”.

Come già fatto lo scorso luglio con una apposita petizione, 18 Associazioni ambientaliste (e di categoria) tornano a chiedere che “l’AMP sia un effettivo strumento di protezione della biodiversità marina e di corretta promozione del territorio incentrata sulla green economy. Al di là degli aspetti ambientali, balneatori, albergatori e commercianti che operano sul territorio risentono negativamente di determinati comportanti illegali che stanno arrecando seri danni all’immagine di un territorio e credono, oggi più che mai, che il turismo verde, non solo estivo, sia una possibile risorsa contro la crisi. Più volte è stato fatto presente come, anche se con l’istituzione dell’AMP nel 2009 è stata ridotta la superficie utile alla pesca (riduzione peraltro molto limitata: solo 7 km sui circa 130 km di costa abruzzese), gli introiti dei vongolari non sono diminuiti, ma anzi sono aumentati (dati ufficiali IREPA) e sono ben più alti di molte altre categorie che non giovano né di aiuti pubblici né dell’utilizzo di aree pubbliche per l’espletamento delle loro attività”.

Per gli ambientalisti “la crisi sta colpendo duramente molte categorie imprenditoriali che meritano la giusta considerazione da parte di Regione, Amministratori locali ed AMP. Il Parco del Cerrano è stato istituito dal Parlamento e dal Governo con il consenso dei rappresentanti delle comunità locali: queste però vogliono che il Parco sia uno strumento di tutela e promozione del territorio, attento alle esigenze di tutti gli operatori presenti e non di una sola categoria”.

Le Associazioni chiedono all’AMP ed agli Enti pubblici interessati, Regione Abruzzo in primis, “un maggiore impegno nella condivisione delle scelte ed una maggiore attenzione alle richieste di quanti, in maniera pacifica e rispettosa, si sono sempre battuti per rendere questo tratto di mare, l’unico protetto di tutta la regione e l’unico nell’Adriatico con fondale sabbioso, una vera risorsa.

Le Associazioni firmatarie chiedono “di essere parte attiva nella stesura del nuovo Regolamento di cui si sta dotando l’AMP che deve essere redatto attraverso opportuni percorsi di condivisione e partecipazione”.

Per quanto riguarda invece le ultime novità apprese dalla stampa, le Associazioni giudicano in maniera positiva l’impegno con cui l’Assessore regionale alla Pesca, Dino Pepe, intende seguire la vicenda del rispetto della normativa di tutela dell’AMP, ed esprimono soddisfazione per l’annuncio con il quale il COGEVO avrebbe dichiarato la propria volontà di non entrare nell’AMP con le turbosoffianti, ma, al fine di garantire quella chiarezza che a volte nel passato è mancata, tornano a ribadire: “il non ingresso delle turbosoffianti nell’AMP non è una concessione dei vongolari, ma semplicemente il rispetto della normativa vigente che fino ad oggi è stata violata dal COGEVO in maniera sistematica e volontaria; fino ad oggi la giustizia amministrativa, alla quale si è rivolto il COGEVO (riportando solo sconfitte), ha ribadito la necessità della piena tutela dell’AMP come peraltro ha fatto anche il Consiglio comunale di Pineto con apposita delibera consiliare; prima di qualunque trattativa il COGEVO avrebbe dovuto rinunciare al ricorso contro l’istituzione dell’AMP perché una trattativa seria parte dal reciproco riconoscimento; la ricerca di ‘strumenti di pesca compatibili’ con un parco marino deve partire da dati oggettivi: non può essere consentito nessun tipo di strumento che possa arrecare danni o alterare l’equilibrio dei fondali marini. Non è sufficiente cambiare il nome alle turbosoffianti in “barche per la pesca artigianale con rastrelli” perché diventino compatibili! La distruzione dei fondali marini, che caratterizza ormai le aree esterne al Parco, non potrà mai essere consentita all’interno dell’AMP: anzi, come testimoniano numerosi studi scientifici, andrebbero imposti strumenti meno impattanti in tutte le aree di pesca al fine di rendere più sostenibile lo sforzo di pesca; qualunque soluzione si potrà adottare dovrà garantire la conservazione dell’habitat presente nel Sito di Interesse Comunitario ‘Torre del Cerrano’ della Rete Natura2000 dell’Unione Europea denominato “Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina”.

I firmatari della lettera aperta:

Italia Nostra – Giancarlo Pelagatti

Lega Navale Pineto – Cristiano Aretusi

LIPU – Stefano Allavena

Mare Vivo – Paola Barone Barbuscia

Touring Club Italiano – Elio Torlontano

WWF – Luciano Di Tizio

Centro Studi Cetacei – Vincenzo Olivieri

Ass. Volontariato e Protezione Civile Pubblica Assistenza PROS Pineto – Anselmo Candelori

Comitato Pro Corfù – Filippo D’Agostino

ProVomano – Paolo Moscone

Tecnolenza Adriatica (FIPSAS) – Andrea Secone Seconetti

Associazione Albergatori Silvi – Leone Vallescura

Associazione Commercianti e Artigiani di Pineto – Biagio Iezzi

Associazione Commercianti Silvi – Daniela Di Febo

Balneatori Associati Pinetesi – Mauro Pavone

NAPA Nuova Associazione Pinetesi Albergatori – Pio Pavone

Coop. Balneatori Pineto e Roseto – Ariano Martella

FIBA/Confesercenti – Giuseppe Susi