Una protesta davanti alla Prefettura del capoluogo abruzzese contro il caporalato e anche in vista dell’appuntamento alle urne di inizio giugno
Un sit-in di protesta che ha un doppio obiettivo davanti alla Prefettura dell’Aquila. I rappresentati dei sindacati si sono dati appuntamento nel capoluogo abruzzese per confermare il loro no al lavoro in nero e lo sfruttamento nella filiera agroalimentare. Nella protesta anche il riconoscimento della cittadinanza in tempi congrui, in vista del referendum previsto per l’8 e il 9 giugno.
Una protesta che ha come principale obiettivo quello di andare a cambiare le sorti di un tema che ormai da tempo continua a tenere banco. La protesta all’Aquila è un chiaro segnale in vista del prossimo futuro e la speranza è che si possa riuscire ad arrivare ad un cambio importante in ottica del prossimo futuro. Naturalmente, come ben sappiamo, la strada è ancora molto lunga e ci vorrà una variazione importante sul modo di lavorare e pensare in Italia.
Caporalato: protesta all’Aquila, i dettagli
L’Aquila per una volta si trasforma nella città della protesta contro il caporalato. I sindacati sono arrivati nel capoluogo abruzzese per dire il proprio no a questa misura e chiedere l’intervento per eliminare in modo definitivo il lavoro in nero e consentire a tutti di poter rispettare le regole.
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“La piaga del caporalato è particolarmente diffusa nelle aree agricole della Marsica e del Fucino – hanno fatto sapere i sindacati, citati dall’Ansa – servono azioni concrete e strutturate in sinergia con istituzioni, forze dell’ordine, associazioni datoriali e sindacati. Abbiamo dati nazionali che parlano di 200mila lavoratori sfruttati, ma in Abruzzo non c’è un monitoraggio efficace e questo è un limite da superare“.
Gli stessi sindacati hanno sottolineato come la protesta è avvenuta all’Aquila “lontani dalla costa, ma siamo molti lavoratori imbarcati del nostro territorio vivono precarietà analoghe e meritano risposte legislative adeguate“.
