Fiume di droga da Milano in Abruzzo: truffa con cifre settimanali veramente impressionanti, fermati due indagati
Un traffico di droga impressionante, quello scoperto sulla tratta tra Milano e l’Abruzzo. È stato svelato da un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e si è rivelato essere ben più di un semplice affare criminale.

Un vero e proprio fiume di marijuana, cocaina e hashish, che arrivava nelle mani di un operaio 31enne di Fossacesia. Questi, poi, una volta ricevuto il carico, lo gestiva in una piazza di spaccio tra le meraviglie della Costa dei Trabocchi. La banda in questione muoveva ogni settimana circa 60mila euro e ora 57 persone rischiano di finire sotto processo per “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti“.
Ma procediamo per gradi. Tutto ha avuto inizio a Rozzano, un comune vicino Milano. Lì, una rete di traffico gestita da 16 membri ha alimentato il mercato della droga anche in Abruzzo. L’operaio di Fossacesia è stato identificato come uno degli anelli fondamentali del traffico.
Era lui stesso che acquistava ingenti quantità di stupefacenti, che poi venivano rivenduti nel suo paese. I pagamenti per la merce sono stati documentati in più occasioni. Tanto per fare un esempio, nel febbraio 2020 c’è un trasferimento da 25.000 euro, seguito poco dopo da un altro da 20.000.
L’inchiesta per il traffico di droga da Milano all’Abruzzo
Oltre al 31enne di Fossacesia è finito sotto accusa anche un altro abruzzese, un lancianese di 33 anni, che viveva a Cassina Rizzardi, in Lombardia. Ufficialmente lavorava come “chef de rang” a Lugano, ma nella realtà aveva avuto un ruolo nell’organizzazione delle consegne di marijuana. Entrambi adesso sono accusati di far parte di un’organizzazione che ha portato avanti il traffico di droga, coprendo ampie zone tra Lombardia e Abruzzo.

Le indagini dei carabinieri hanno portato alla scoperta di numerosi metodi usati per nascondere e distribuire la droga. Si parla di veicoli a noleggio intestati a terzi, così come di numerose utenze telefoniche a nome di prestanomi, o ancora appartamenti usati come deposito di stupefacenti tra Rozzano e Locate di Triulzi. Nel corso delle perquisizioni è stato trovata anche un’arma da fuoco.
La Questura, attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, ha ricostruito i legami tra i membri del gruppo, scoprendo che uno dei luogotenenti del capo della banda si spostava spesso tra Milano e Fossacesia. Il soggetto in questione lo faceva per ritirare i soldi guadagnati dal traffico di droga.
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I due indagati abruzzesi, difesi dagli avvocati Alessandro Orlando e Alessandro Cerella, hanno ora venti giorni di tempo per presentare memorie e documenti. Sarà la Direzione Distrettuale Antimafia a decidere se chiedere il rinvio a giudizio per i responsabili del traffico.