E’ stato grazie alla prontezza di spirito di una suora che si è potuto sventare il furto sacrilego e mettere in fuga il ladro e il complice, in collaborazione con il parroco.
La teca, dono qualche tempo fa della Pilkington di San Salvo, presenta segni di effrazione, ma ha resistito. La Spina fu consegnata alla chiesa di Santa Maria Maggiore dalla famiglia D’Avalos, che, come ricorda la Confraternita della Sacra Spina, la ricevette in dono con la bolla papale del Pontefice Pio IV, in occasione del concilio ecumenico Tridentino, svoltosi dal 1545 al 1563. Fu Ferrante Francesco II D’Avalos, quale delegato del re di Spagna, Filippo II, a ottenere lo straordinario privilegio. Altre spine della corona di Gesù, recuperata e poi donata da San Luigi alla cattedrale di Notre Dame a Parigi, furono donate a chiese e santuari in tutta Italia. Miracolosamente la Sacra Spina uscì indenne da un furioso incendio divampato nella notte tra il 14 e il 15 giugno 1645 grazie al coraggio di uno schiavo turco che, sfidando le fiamme, riuscì a raggiungere la nicchia dov’era custodita e a portarla in salvo, ricevendone, come premio, la libertà. L’evento è raffigurato nella grande tela ad olio del 1857, situata sulla volta della navata centrale della chiesa ed eseguita dal vastese Andrea Marchesani. La festa della Sacra Spina, venerata dai fedeli con fervore e dedizione, si celebra il venerdì che precede la Settimana Santa, giorno in cui la reliquia viene portata in solenne processione per le vie della città.