Un patrimonio importante della cucina italiana e uno strano nome: ecco la storia degli spaghetti alla chitarra.
La cucina italiana è ricca di piatti che hanno una storia affascinante, e gli spaghetti alla chitarra non fanno eccezione. Questo piatto, tipico della tradizione culinaria abruzzese, deve il suo nome all’originale metodo di preparazione che prevede l’utilizzo di uno strumento molto particolare: la chitarra.
Origini dello strumento. Il nome “Spaghetti alla chitarra” deriva dallo strumento utilizzato per la loro creazione: la chitarra. Quest’ultimo trae il proprio nome dalla conformazione dello strumento stesso, caratterizzato da corde metalliche distanziate circa 2-3 mm tra loro. Grazie alla pressione esercitata dal mattarello sulla pasta stesa su questo telaio, si ottengono dei fili allungati con una sezione quadrata. A differenza degli spaghetti classici rotondi, quelli ottenuti con la chitarra presentano una maggiore rugosità e una forma che permette di raccogliere meglio condimenti complessi come ragù di carne o di pesce oltre a salse dal sapore deciso.
Nel 1500 in Abruzzo si preparava un tipo di pasta denominato “Maccheroni a lu Rentrocele”, realizzati con farina di grano duro. Dall’impasto si stendevano delle sfoglie dello spessore di circa 3 mm e su queste veniva passato un mattarello dentellato noto come “Ferro per maccheroni” o “Ruzzolo”. Il movimento rotatorio dell’attrezzo sulla sfoglia permetteva di ottenere delle tagliatelle larghe 5 mm. Il termine “Rentrocele” sembra derivare proprio da questo particolare movimento.
La nascita del Maccharunare. Verso la seconda metà del XVIII secolo fu inventato un nuovo attrezzo: il Maccharunare. Si trattava di un telaio rettangolare in legno sul quale erano tesi dei fili in rame o ottone distanziati tra loro 3mm. Questa innovazione sostituì il Ruzzolo precedentemente utilizzato per i maccheroni a lu Rentrocele e si diffuse rapidamente nell’area pedemontana abruzzese. I maccheroni venivano tagliati facendo pressione con il mattarello e successivamente “suonando” l’attrezzo come fosse un arpeggio per fare scendere completamente la pasta tagliata.
Da Maccharunare a chitarra. Alla fine del XIX secolo, presumibilmente intorno al 1893 come riportato nel “Vocabolario dell’uso abruzzese” di Gennaro Finamore dove compare il termine “Catarre o Chetarre”, l’attrezzo cominciò ad essere noto come Chitarra. Questa evoluzione terminologica rifletteva non solo le modifiche linguistiche moderne ma anche l’analogia visiva tra le corde tese sul telaio dell’attrezzo e quelle di una chitarra vera e propria.
Con questa trasformazione del nome avvenne anche un cambiamento negli ingredienti utilizzati nella preparazione della pasta, dando vita agli attuali “Spaghetti alla chitarra”. Un piatto che oggi rappresenta non solo una specialità regionale ma anche un simbolo della creatività e della tradizione culinaria italiana nel mondo.