Il romanzo rappresenta un esordio, e tra le chiavi di volta del dialogo ci sono state anche le possibili influenze di questa circostanza con i contenuti, lo stile, la struttura del testo. Fina ne ha sintetizzato così l’innesco: “Il protagonista è colpito da un numero sproporzionato di fortune o meglio, per essere più precisi, in una fase della sua vita si rende conto di trovarsi sempre nella condizione migliore di fronte a un fatto.
E’ un libro che si muove molto tra elementi razionali e meccanismi cosmici, o che comunque non hanno un’origine nota”. Bacà (abruzzese per così dire di adozione, visto che ha vissuto a lungo ad Alba Adriatica) ha raccontato: “Tra l’inizio del 2014 e la metà del 2015 ho vissuto un periodo difficile, a causa della perdita del lavoro e di problemi di salute. Ho cominciato a chiedermi: se tutto andasse bene sarei felice? Ma non volevo raccontare le mie vicende, le ho traslate creando un contrasto, tra la scienza e meccanismi meno noti. Il personaggio è simile a me, ma fa lo statistico, ed è sposato con una scrittrice”. Il libro è stato molto elogiato tra le tante ragioni per lo stile, divertente, ironico. Fina tuttavia ha notato: “Gira molto intorno alla morte, intesa in senso largo: vi sono alcuni personaggi che muoiono, c’è la paura della morte ma anche la tentazione della sopravvivenza. Il senso di morte incombente è generale, vive nel pessimismo del protagonista, ma non è esorcizzata, piuttosto sottolineata dalla sua eccessiva fortuna”.
L’autore ha concordato, accostando il suo lavoro a quello di un classico del cinema italiano, “Amici miei”: “Anche lì si ride, ma la storia è pervasa da un senso di morte. Posso dire che l’angoscia che provavo nel periodo in cui scrivevo il romanzo vi si è riverberata”. Secondo Fina il romanzo si presterebbe bene a una trasposizione cinematografica, e l’ha auspicata: “L’intuizione di partenza oltre ad essere molto interessante non è astrusa, è comunicativa”. Il secondo romanzo di Fabio Bacà (tra i suoi maestri ha citato Don DeLillo), è stato anticipato nel corso del dialogo, sarà ambientato a Lucca, e non sarà collegato a “Benevolenza cosmica”: “Ho cambiato rotta. Lo spunto deriva da una vicenda che mi è accaduta”.