In Abruzzo il tasso di crescita delle temperature è più pronunciato, con valori medi circa il doppio di quelli della media dell’emisfero nord”.
È quanto emerge da una analisi delle serie storiche di dati di temperatura registrati dal servizio ex-idrografico, ora Centro Funzionale della Regione Abruzzo, realizzata nel 2019 dal gruppo di chimica-fisica dell’atmosfera e clima dell’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara diretto dal professore Piero Di Carlo.
“”Questo aspetto – spiega Di Carlo – è molto importante perché ci pone in linea con le aree con gli aumenti maggiori che spesso coincidono con le aree montane con conseguenze evidenti ad esempio per quanto riguarda le riserve idriche in termini di riduzione dei ghiacciai.
Altro aspetto osservato in Abruzzo è un fenomeno stagionale di aumento più marcato delle temperature in primavera ed estate, ciò si ripercuote fortemente sull’agricoltura e le ondate di calore estive. Inoltre – sottolinea – va aggiunto un risultato che riguarda le precipitazioni: in una determinata area di studio nello stesso periodo si è osservata una sostanziale costanza della quantità totale di pioggia precipitata negli anni, mentre il numero di giorni piovosi risulta in netto declino, per cui le precipitazioni negli anni risultano essere sempre più intense. Questo aspetto è molto preoccupante, perché l’aumento delle intensità delle precipitazioni sembra essere un elemento di ‘amplificazione’ degli effetti dell’aumento delle temperature”.