Emergenza Ambiente si chiede cosa succederebbe se lo stesso disastro si verificasse in Abruzzo. “Qui i pozzi sono previsti ad una manciata di chilometri dalla costa” spiegano, infatti, gli appartenenti all’associazione “e lungo tutta la dorsale adriatica, da Teramo fino a Vasto. Il mare da queste parti non è profondo tanto quanto l’oceano. Temiamo che le conseguenze di incidenti simili per la nostra regione sarebbero devastanti, viste le caratteristiche del nostro mare, delle locazioni scelte per trivellarlo e delle infrastrutture programmate, fra cui anche un centro oli a mare”.
Emergenza Ambiente Abruzzo chiede, pertanto, al governatore Gianni Chiodi di difendere la regione in maniera più concreta. “Chiediamo una guida vera e non un governatore al traino” commentano. “Le concessioni petrolifere per trivellare il mare adriatico abruzzese sono ancora sotto esame presso il ministero dell’Ambiente. Chiodi e il suo assessore Stati possono e devono farsi portavoci veri ed incisivi presso il ministero della volontà dei cittadini che vogliono essere democraticamente coinvolti in questo dialogo. Non vogliamo che il disastro della Louisiana si ripeta in Abruzzo”.