Secondo D’Alessandro, infatti, così com’è stata approvata la norma avrebbe determinato effetti terribili per il lavoratore dipendente “costretto” all’atto dell’assunzione a firmare “qualsiasi accordo” pur di lavorare.
“In sostanza” spiega meglio il consigliere, “si chiedeva al lavoratore, in caso di controversia, di rinunciare al suo giudice naturale e soprattutto, in presenza di licenziamento senza giusta causa, si sanciva l’impossibilità di essere riassunto. Che il lavoratore sia in una condizione di maggior debolezza rispetto al datore di lavoro lo sanno anche i bambini alle elementari. Che Berlusconi abbia voluto introdurre l’arbitrato per ‘fregare’ i lavoratori più che un dubbio è una certezza. Ora, però, nel Paese e in Parlamento si potrà aprire un dibattito che faccia assumere coscienza a coloro che devono decidere, rendendo un po’ di giustizia ai tanti lavoratori che già soffrono terribilmente una crisi economica senza precedenti”.