Quattro morti ogni cento casi accertati.
Il dato emerge dall’analisi dell’indice di letalità, ovvero quel parametro che mostra quante persone muoiono di covid-19 per ogni cento casi conclamati.
Un indice che però non è uguale in tutti gli Stati: il virus si mostra più aggressivo in alcuni Paesi e meno in altri.
Nella “classifica mondiale”, elaborata ogni giorno dalla Johns Hopkins University di Baltimora (centro medico all’avanguardia a livello internazionale), al primo posto troviamo il Messico con 10 persone decedute ogni 100 positive, segue l’Iran con poco più di 5 persone decedute ogni 100 che hanno contratto il virus.
Al terzo posto l’Italia, con un tasso del 3,8%.
Come mai il virus si mostra più letale in alcune zone del globo?
A questo interrogativo gli epidemiologi sanno dare solo in parte una risposta.
Tra le spiegazioni fornite una delle motivazioni potrebbe essere rintracciata nel numero di test eseguiti: più se ne fanno e più il tasso dovrebbe diminuire, se si considera che la maggior parte dei positivi covid sviluppa la malattia in maniera leggera.
Altra motivazione potrebbe essere di natura demografica ovvero legata all’anzianità della popolazione: una popolazione anziana ha maggiori patologie pregresse, e nel nostro Paese le RSA sono state più colpite che altrove.
Altro fattore che potrebbe influire è quello legato all’efficienza del sistema sanitario ovvero alla rapidità con cui viene fatta la diagnosi e somministrata la cura.
Altre due cause che vengono collegate a sintomi più gravi del Covid-19 sono poi il tasso di inquinamento, poiché il particolato atmosferico potrebbe rendere più facile le infezioni, e in ultimo la difficoltà nel tracciamento dei positivi.