Nonostante i diversi successi in stagione, l’altoatesino continua a far discutere per la residenza a Montecarlo. Ecco la nuova idea di Abodi
È un momento magico per Sinner almeno dal punto di vista dei risultati sportivi. Anche ieri, giovedì 21 novembre, il suo apporto è stato decisivo per consentire all’Italia di andare avanti in Davis. Prima la vittoria in singolo contro Baez e poi quella in doppio in coppia con Matteo Berrettini. Nonostante una stagione di assoluto livello, l’azzurro continua ad essere al centro di diverse polemiche a partire dall’ormai nota vicenda di doping e il rischio squalifica.
Ma in questi ultimi giorni in Italia c’è un altro tema che sta facendo molto discutere: la sua residenza a Montecarlo. Oramai da tempo Sinner ha deciso di trasferirsi nel Principato per allenarsi. Una scelta che fanno molti tennisti sia per questioni sportive che personali. Da noi, però, si è riaperto il dibattito sul fatto che Jannik non paga le tasse in Italia.
Partiamo da una cosa: Sinner non fa assolutamente una cosa illegale. Jannik ha deciso di spostare la residenza a Montecarlo e questo gli permette di poter pagare le tasse direttamente lì. Un qualcosa che al ministro Abodi non piace. “Sarei più contento se le pagasse da noi – il pensiero del titolare dello Sport ai microfoni di Rai Radio 1 – ma bisogna anche dire che quello che fa è previsto dalla legge. Se vivi dieci mesi in giro per il mondo, puoi pagare le tasse dove hai la residenza“.
Per questo motivo il governo sta pensando ad un modo per portare questi atleti a versare i soldi in Italia. “Con una norma si potrebbero creare le condizioni per portare Jannik a pagare le tasse da noi – conferma Abodi – non c’entra nulla il merito sportivo, ma di certo sarebbe un modo per riportare molti talenti da noi“. In questo caso bisogna precisare che Sinner si è trasferito a Montecarlo non principalmente per questioni economiche.
L’idea di Abodi è quella di provare a riportare i talenti a casa, ma c’è da fare forse un discorso anche di strutture. Se per Sinner la scelta può essere sicuramente duplice, per Martinenghi no. Il campione olimpico si è ritrovato senza una piscina dove poter nuotare a Varese e così ha deciso di trasferirsi a Verona sotto la guida di Matteo Giunta. Ma c’era la possibilità anche di poter andare all’estero per non rischiare di rimanere fermo un anno.
E non è l’unico costretto a lasciare la propria casa e magari anche l’Italia per una questione di strutture. Quindi la discussione andrebbe allargata anche alla necessità di trovare degli impianti adatti ai nostri campioni.