Dopo l’ultimo incidente nell’estate del 2020 la vita di Alex Zanardi è cambiata di nuovo, ma il suo esempio continua a contagiare tutti
Ci sono più vite nella vita di Alex Zanardi, ma in tutte il campione emiliano si è fatto conoscere, apprezzare e ricordare. Un vero esempio di vita che oggi riconoscono tutti, anche se adesso sta combattendo contro un avversario diverso.
La prima vita è stata quella da pilota, capace di inseguire il suo sogno della Formula 1 ma di realizzarsi nella Formula Cart. Due titoli in quella che oggi è Indycar e alcuni sorpassi clamorosi, come quello di Laguna Seca che è passato alla storia. Poi però è cambiato tutto con l’incidente del Lausitzring nel 2001 nel quale ha rischiato la vita e ha dovuto reinventarsi. Ha aspettato altri sei anni e nel 2007 per la prima volta ha partecipato alla Maratona di New York con la sua handbike.
Da quel momento Alex ha saputo costruire una carriera fantastica, la seconda, nella quale ha anche vinto quattro ori paralimpici nelle edizioni di Londra 2012 e Rio 2016. In più si è anche dedicato al paratriathlon con risultati incredibili. Nell’estate del 2020 stata lavorando per disputare le Paralimpiadi di Tokyo, probabilmente le ultime della sua carriera, spostate di un anno. Così nell’attesa aveva anche ideato Obiettivo Tricolore, staffetta nata per sensibilizzare il pubblico sul tema della disabilità sportiva.
Durante una tappa di quella staffetta in handbike, il 19 giugno 2020, sulla Statale 146 vicino a Siena lo scontro con un camion che gli ha provocato danni gravissimi. Il ricovero al Policlinico Le Scotte di Siena, dalcuni interventi per stabilizzarlo, altre tappe in centri specializzati per la riabilitazione successiva.
L’ultima tappa era stata al San Bortolo di Vicenza dove è seguito dal dottor Giannettore Bertagnoni. Era stato ricoverato lì dopo il drammatico incendio nella sua villa di Noventa Padovana nell’estate 2022. E il giorno delle dimissioni, l’ultimo comunicato: il paziente era in condizioni stabili e da allora non sono arrivati ulteriori aggiornamenti.
Però lo scorso ottobre, per portare avanti il suo messaggio, era arrivata a Parigi una nuova staffetta di Obiettivo Tricolore. Un percorso di 1.800 km partito da Cortina, in un tragitto che ha unito le due città delle prossime Olimpiadi invernali ed estive. C’erano alcuni dei ragazzi che avevano corso con lui ed è stato un altro modo per ricordarlo. Come ha fatto il paraciclista Michele Grieco che ha parlato di tutti i progetti al Tg3 Trentino.
Fa parte di Obiettivo 3, progetto fondato nel 2017 da Alex Zanardi per avvicinare allo sport persone con disabilità in tutta Italia. E ha confessato che fare sport non gli piaceva. Ma poi “mia moglie mi ha iscritto di nascosto ad un incontro con Zanardi e da lì mi si è accesa una scintilla” e così è diventato un grande sportivo. Così come quelli che tra due anni fra Trentino e Veneto gareggeranno per le medaglie alle Paralimpiadi di Milano e Cortina 2026.