Gente in rivolta per uno scontrino: scoppia la polemica per aver pagato queste cifre

Proprio in questi giorni, i consumatori stanno alzando numerose a causa dello scontrino che si trovano a pagare: ecco cosa sta succedendo

Questa del 2023 è un’estate rovente non solo per le temperature, che a luglio hanno fatto dannare soprattutto in alcune zone d’Italia, ma anche e soprattutto per i prezzi. I rincari sono ormai una realtà tangibile e le località marittime e turistiche segnano prezzi aumentati pressocché ovunque, dalle strutture ricettive come hotel, B&B, villaggi e residence ai ristoranti, passando per i negozi e i servizi. I consumatori, però, sono in rivolta: ecco gli scontrini che si sono trovati a pagare.

In rivolta per uno scontrino
In rivolta per uno scontrino: ecco cos’è successo (abruzzo.cityrumors.it)

È di pochi giorni fa la notizia della famiglia che, chiedendo al cameriere un piatto in più per far assaggiare alla bambina piccola un po’ del primo piatto ordinato dai genitori, si è trovata a dover pagare un supplemento per questa richiesta. Storia simile per quella persona che ha dovuto pagare un servizio in più per aver chiesto al cameriere di tagliargli il toast appena ordinato in due pezzi. L’Italia è in rivolta: ecco le cifre che siamo costretti a pagare.

Scontrini folli e cifre mai viste: i rincari scatenano il caos

Se fino a qualche anno fa una situazione di questo tipo avrebbe scatenato polemiche locali e contenute, oggi grazie ai social chiunque può diffondere la propria scontentezza in merito al conto che si è trovato a pagare e le polemiche assumono dimensioni nazionali, diventando vere e proprie rivolte. Puglia, Calabria, Toscana, Sardegna, Sicilia e chi più ne ha più ne metta: sono molte le regioni finite nel mirino dei consumatori, che denunciano rincari eccessivi.

In rivolta per uno scontrino
In rivolta per uno scontrino: ecco cos’è successo (abruzzo.cityrumors.it)

A Taormina, per esempio, il parcheggio quest’anno costa 3 euro all’ora e la tassa di soggiorno è raddoppiata. In media, gli alberghi sono aumentati del 34% e lo stesso si può dire per i piatti del ristorante. Un primo piatto con gambero rosso di Mazara, se nel 2019 costava 21 euro, oggi ne costa 26 e uno spaghetto con le vongole è passato dai 10 ai 15 euro. Il famosissimo arancino, amato da tutti gli italiani, è invece quasi raddoppiato: dai 2.50 euro di qualche anno fa, ora costa anche 4 euro.

A peggiorare ulteriormente la situazione e ad innervosire ancora di più i turisti è il costo dei biglietti aerei e il rialzo del prezzo del carburante, che rende le vacanze ancora più onerose. Le conseguenze di tutto ciò? Rispetto all’anno scorso, sono 800mila le persone che rimangono a casa.

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