Che cosa è successo a Jannik Sinner e come è nata questa bufera doping. È il tennista stesso a spiegare per la prima volta ciò che è accaduto.
Jannik Sinner e il caso doping, parla il diretto interessato. Il tennista bolzanino, numero 1 della classifica ATP, ha assunto del Clostebol. Si tratta di uno steroide anabolizzante, ma questa cosa è avvenuta in maniera inconsapevole. È il verdetto al quale è giunta la WADA.
A quanto pare, i due casi di positività che hanno coinvolto il 23enne di San Candido – entrambi nello scorso mese di marzo – sono avvenuti in maniera casuale. Il Clostebol può essere trasmesso per via cutanea e tutto quanto sarebbe avvenuto per via dell’ex fisioterapista di Sinner, Giacomo Naldi. Il quale avrebbe assunto questo farmaco per trattare una ferita e poi fare dei massaggi all’atleta. In questo modo lo steroide anabolizzante è stato assorbito da Jannik. Naldi è stato licenziato nei giorni scorsi, quando è saltata fuori questa storia, e si è anche lasciato andare ad un duro sfogo.
C’è anche da dire comunque che il Clostebol può avere effetti dopanti soltanto se assunto in dosi massicce. Cosa che a Sinner non è assolutamente capitata. Quindi anche i messaggi social al vetriolo rilasciati da qualche suo collega non sono condivisibili. E lo stesso Jannik Sinner ha parlato della faccenda doping, decisamente antipatica ma che per fortuna è finita, con lui che ne è uscito pulito.
Lui è pronto a scendere in campo negli Stati Uniti per il prestigioso ultimo appuntamento del Grande Slam del 2024. Si giocano infatti gli US Open. All’emittente sportiva ESPN Jannik Sinner affronta l’argomento doping non nascondendo di avere vissuto dei giorni e delle notti molto difficili. Lui ammette di avere avuto dei grossi dubbi. Il fatto di stare sempre attento a cosa assume in ambito medico non è risultato sufficiente.
E Sinner si è trovato in mezzo al fuoco incrociato dell’opinione pubblica suo malgrado. Tante notti sono trascorse senza avere chiuso occhio, durante il Torneo di Wimbledon. Ma adesso è tutto finito e Sinner si augura che la gente comprenda perché la WADA lo ha scagionato.
Lui non ha dato peso alle parole social rilasciate da qualche suo collega critico e che magari si è lasciato andare ad un giudizio fin troppo affrettato. E spera che le persone si informino a dovere prima di esprimere giudizi. Non c’è stata alcuna squalifica preventiva a marzo perché si è saputo fin da subito come il Clostebol – in dosi esigue – è entrato in contatto con Sinner.
E pur sapendo di essere del tutto innocente e di non avere commesso alcun illecito, l’attesa per il giudizio definitivo da parte della Agenzia mondiale antidoping è stato logorante, a livello nervoso. Tutto ciò adesso dovrebbe permettergli di giocare con molta meno pressione.
E Sinner si augura anche che nessuno dei suoi colleghi si ritrovi costretto a percorrere queste forche caudine. Ora la testa è tutta rivolta al tennis, c’è un secondo titolo del Grande Slam da conquistare dopo gli Australian Open dello scorso gennaio. E c’è una posizione da migliore tennista del mondo da mantenere.