Cagliari (4-3-3): Agazzi; Pisano, Ariaudo, Rossettini, Avelar; Nainggolan, Ekdal (86’ Eriksson), Casarini; Cossu (70’ Cabrera), Ibarbo, Sau (80’ Nenè). In panchina: Avramov, Perico, Thiago Ribeiro, Pinilla Allenatore: Ivo Pulga.
Reti: 53’ e 60’ Sau
Espulso: Weiss
Arbitro: Andrea Gervasoni di Mantova (Di Fiore-Maggiani/Posado/Celi-Pasqua)
Ammoniti: Zauri, Zanon, Ekdal, Rizzo, Cabrera, Blasi
Partita fondamentale per il Pescara per intraprendere la strada verso la salvezza: Bergodi recupera dalla squalifica Weiss per tenere a corta distanza il Cagliari, ospite di giornata all’Adriatico. Celik e Caraglio completano, sugli esterni, il tridente offensivo del Delfino, mentre D’Agostino rimane arretrato ad impostare e scoccare la freccia dalla distanza. Ma è la difesa la sua scelta tattica più determinante: coppia centrale davanti a Perin composta da Bocchetti Bianchi Arce, con Zauri, e Blasi più impegnati all’arrocco che a spingere in avanti. Spaventa non poco il dinamismo offensivo di Nainggolan, Ekdal, Sau e Ibarbo.
Su questa trama si recita il primo tempo: la formazione di Pulga imposta un pressing altissimo, ma per la prima volta in stagione si può apprezzare quella grinta esplosiva che i tifosi hanno sempre chiesto alla squadra biancazzurra. Se la qualità ospite fa la partita, la risposta difensiva degli adriatici è impeccabile: Zauri, Blasi e Zanon fanno piangere chiunque passi dalle loro parti e così il Pescara rintuzza agli assalti cagliaritani. Conclusioni blande, comunque, da entrambe le parti, la prima degna di nota arriva al 32’ con Ibarbo che conclude un’azione eccellente del Cagliari: scambio sulla trequarti destra, velo di Cossu per il colombiano che riceve in area e protegge la palla dall’aggressione di Bianchi Arce, quindi gira rapido in porta ma Perin intuisce la traiettoria centrale e blocca la sfera. Un paio di conclusioni di D’Agostino dalla distanza mettono sul chi va là Agazzi, ma la porta rossoblu rimane comunque poco minacciata. Più sveglio deve rimanere Perin, che al 36’ rischia il goal a sorpresa: Casarini approfitta di una respinta difensiva che si blocca sui 25 metrie colpisce di contro balzo apparentemente mirando in curva sud, ma la traiettoria ridiscende all’improvviso e Perin deve aiutarsi con la traversa per evitare il vantaggio sardo. Ancora più mirabolante, però, è la traiettoria che traccia Weiss al 41’: fraseggio aereo del Pescara, che aggira l’area con una serie di tocchi di prima, il giro si chiude sul fianco sinistro dove il giovane slovacco si accentra in accelerazione, supera Ibarbo e sgancia un missile di destro che sibila diagonalmente a mezz’altezza e si stampa sul palo lontano con la potenza giusta per battere Agazzi. Il legno nega ai biancazzurri di portarsi in avanti al primo lampo di giornata.
La ripresa si apre nel peggiore dei modi per Bergodi: perde dopo un paio di minuti perde D’Agostino per infortunio e deve ricorrere a Bjarnason con Blasi che prende il posto dell’ex Siena in regia. Il contraccolpo è immediato: in una manciata di minuti Perin deve tenere più palle fuori dalla rete di quelle viste nel primo tempo. Riesce a miracolare solo fino all’8’st: pennellata verticale di Cossu, Sau si trova incredibilmente senza marcatura al limite dell’area piccola e con la testa angola la deviazione alle spalle di Perin. Pasticcio della coppia difensiva del Pescara, impacciata a tenere alta linea dell’offside al momento del lancio fuori area. Orrore difensivo che si ripeta al quarto d’ora: cross basso dalla destra di Casarini, Arce lascia Sau nuovamente libero di stoppare a centro area, piazzarsela nel migliore dei modi e di battere per la seconda volta in fondo al sacco. 0-2. Vanificato lo sforzo prodotto dai suoi per tenere botta nella prima frazione, Bergodi rinuncia all’arrocco e passa all’attacco a quattro, con Caprari che rileva Zanon subito dopo il secondo goal incassato. Quasi a cinque al 75’, con Vukusic che sostituisce il nervoso Blasi dopo l’ammonizione.
Il finale è solo contestazione, durissima contestazione. Sciupato l’impegno del primo tempo, buttata alle ortiche una partita che poteva fruttare almeno un punto. Con il Genoa che rimonta in classifica grazie alla vittoria sull’Udinese, dopo il 90’ il match si sposta all’esterno dell’Adriatico.
Alcune decine di tifosi si sono assembrati al di fuori delle barriere che delimitano l’area di filtro dello stadio, ma a differenza delle precedenti situazioni di tensione, l’atmofsfera appare nervosa ma controllata. Se dopo l’ultima sconfitta interna con il Bologna una delegazione della tifoseria era entrata negli spogliatoi a parlare con la squadra, oggi è stato il presidente Daniele Sebastiani ad uscire per il confronto. Protetto dalle grate della recinzione, il numero uno del Delfino ha ascoltato le pesanti accuse della tifoseria, che ora richiede polemicamente indietro i soldi degli abbonamenti, e si domanda perchè i milioni incassati dalla cessione di Verratti non siano stati reinvestiti sul mercato per la Serie A. Infine, consunta lamentela, i tifosi hanno chiesto che il direttore sportivo Daniele Delli Carri venga allontanato dal club, considerato il principale responsabile dello scarso allestimento di una rosa all’altezza della massima competizione nazionale.