Quattro giorni per rimettere mano a un Pescara lasciato a piedi da Giovanni Stroppa. Solo quattro giorni per ridare una spina dorsale a un gruppo giudicato dal mister dimissionario come una ciurma ammutinata. Una manciata di allenamenti per smentire i tifosi, che in massa criticano la mancanza di gioco e di idee alla squadra messa insieme alla meno peggio dalle operazioni di mercato del d.s. Delli Carri. Cristiano Bergodi, domani pomeriggio, siederà per la prima volta sulla panchina di una gara ufficiale in serie A. E compiti da svolgere a parte, non sarà certo il più facile degli esordi.
Giornata dura, sia per la caratura dell’avversario, la Roma, sia per il doppio confronto emotivo a cui sarà sottoposto. Una gara di cartello, che richiamerà gli ormai soliti 15mila spettatori, scusate se è poco. Ma soprattutto il grande ritorno del boemo, Zdenek Zeman, l’uomo che ha riportato il Pescara in serie A dopo 20 anni, sbaragliando ogni record storico per il club adriatico, accumulando primati nella scorsa stagione di serie B, regalando alla città un mito che rimarrà impresso eternamente nei cuori di ogni pescarese, anche quello meno interessato al rettangolo verde.
Bergodi fa buon viso a cattivo gioco, e vuole catalizzare il batticuore in forza propulsiva: “Pescara-Roma”, ha detto oggi nella conferenza stampa della vigilia, “sarà una gara con tante emozioni, visto che tornerà Zeman, ci sarà una grande squadra come la Roma e anche perché ci saranno punti pesanti in palio. La mia squadra avrà grandi motivazioni. Di questo sono sicuro”. Poco, anzi niente, ha voluto dire sulla formazione, lasciando al fischio d’inizio di domani la sorpresa tattica, mentre più esplicito è stato sulle sue richieste: “Ai ragazzi ho detto quello che voglio da loro: bisogna cambiare atteggiamento in quanto a cattiveria. Vorrei vedere una squadra ancora più determinata e cattiva. Mi aspetto molto da tutti, con grande determinazione. Questa è la base per una squadra che lotta per non retrocedere. Servono combattenti pronti a lottare in ogni partita. Il bel gioco può arrivare con il tempo. Adesso servono i risultati”.
Dalla grinta alla tattica: “La gara sarà dura e non scopro nulla”, ha ammesso, “Loro sono forti e pericolosi in avanti, ma mancano oggi ancora in continuità nei novanta minuti e per questo possono prestare il fianco agli attacchi avversari. Noi dovremo essere bravi a sfruttare un eventuale loro errore o una pausa dei giallorossi. Con la Roma puoi andare sotto di due, tre reti e poi recuperare”. Pensa di poterlo battere sul campo, ma la sfida più delicata si giocherà contro Zeman dagli spalti: “Con il mister ho vissuto delle belle stagioni con la Lazio”, ha ricordato Bergodi, “spero che domani venga accolto da tanti applausi per quello che ha fatto”.
E da Roma, prima di partire per Pescara, il boemo ha già risposto al suo prossimo avversario: “”Bergodi è un ragazzo posato e serio, capisce di calcio, in 4 giorni magari non riuscirà a trasmettere quello che vorrebbe, ma a Pescara si è cercata la svolta, vedremo i risultati”. Il ritorno nella terra che gli ha regalato una delle glorie più grandi della sua carriera gli riporta alla mente i festeggiamenti per la promozione, con centinaia di migliaia di pescaresi in strada ad osannarlo: “Sono contento di tornare a Pescara anche se da nemico”, ha confessato Doppiazeta, ho ricordi più che positivi non solo per i risultati sul campo ma anche per il comportamento delle persone. So che la gente di Pescara è molto legata alla squadra, la tifoseria della Roma e’ la migliore ma quella del Pescara non scherza”.
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