Si conclude con un turno di stop al centrocampista del Pescara, vittima dei “buu” partiti dalle tribune del Sant’Elia domenica durante la partita tra Cagliari e Pescara, la polemica che il calciatore aveva aperto, scagliandosi contro l’arbitro Minelli che, a suo dire, non aveva udito nulla.
Eppure, fin da subito, mentre il giocatore dimostrava platealmente il proprio sdegno, lo speaker dello stadio sardo aveva recitato la formula di rito contro il razzismo, quella che ricorda ai tifosi di che spetta alla società la responsabilità (leggasi squalifica in caso di cori a sfondo razziale). Ma Minelli era rimasto impassibile, al punto da spingere Muntari ad andarsene con alcuni minuti prima del 90′.
Una scelta che gli è costata la seconda ammonizione e, ora la squalifica per un turno dal giudice sportivo. Lo stesso giudice che ha deciso di non adottare provvedimenti sanzionatori nei confronti della società rossblu perché “considerato che i pur deprecabili cori di discriminazione razziale sono stati percepiti nell’impianto in virtù anche della protesta silenziosa in atto dei tifosi (come segnalato dagli stessi rappresentanti della Procura federale) ma, essendo stati intonati da un numero approssimativo di soli dieci sostenitori e dunque meno dell’1% del numero degli occupanti del settore (circa duemila), non integrano dunque il presupposto della dimensione minima che insieme a quello della percezione reale è alla base della punibilità dei comportamenti in questione, peraltro non percepiti dagli Ufficiali di gara (come refertato dall’Arbitro), a norma dell’art. 11, comma 3, CGS”.