Però ci credete se vi diciamo che i freddi numeri sono incapaci di rappresentare la realtà dei fatti? Eh già, proprio così, perché il Diavolo visto sul rettangolo verde del “Polisportivo” non è sembrato assolutamente un undici in crisi di gioco e di identità. Volete sapere cosa ha influito negativamente sulla sconfitta finale? E’ facile da spiegare, Calabuig tira pugni alla stregua di un novello Monzon, Ferrani tocca all’indietro come un qualsiasi kamikaze giapponese…ed ecco che due episodi, inseriti nel contesto di un primo tempo equilibrato, finiscono per incidere irrimediabilmente su punteggio e forze in campo (2-0 e doppia inferiorità numerica). Oltre che per le sciocchezze compiute, i biancorossi dovrebbero recitare il mea culpa anche alla luce di quanto accaduto nella seconda frazione di gioco: nonostante l‘oggettiva difficoltà del momento, infatti, Vitone e soci hanno avuto la forza di dominare i rossoblù, costretti a barricarsi nella propria metà campo non prima di aver sostituito una punta con un mediano. A spegnere i sogni di un pareggio da leggenda ci ha pensato, in pieno recupero, il pallonetto da quaranta metri di Stefano Mandorino, un eurogol che non ha cancellato la splendida reazione degli uomini del patron Campitelli il quale, negli spogliatoi, ha sibilato: “In nove contro undici il Teramo non ha demeritato. Il nostro campionato ricomincia domenica prossima”. In quella data al Comunale di Piano d’Accio arriverà l’Isernia, sesta in graduatoria con 28 punti: tra le fila della battistrada del girone F mancheranno gli squalificati Serraiocco, Calabuig e Masini.
Francesco Graduato