Tolto il “buco nero” tra febbraio e marzo, quando la vittoria sembrava aver definitivamente abbandonato il Delfino, i biancazzurri hanno condotto una stagione di grande impatto, trascinati dai goal di Lapadula e dal gran carisma, oltre che dalla personalità tattica, di Massimo Oddo.
Rivediamo le prestazioni dei protagonisti della promozione con le pagelle.
LAPADULA: 10
Anche se sarebbe meglio dargli 30 e lode. Raggiungere le 30 reti, senza rigori, è già un’impresa staordinaria; lui, ormai cercato da mezza Europa e dalla nazionale Peruviana, ha fatto anche di più, impostando un intero reparto con giocate e servizi impossibili da non finalizzare, non risparmiandosi nei recuperi difensivi e non tirando mai indietro la gamba.
CAPRARI: 8
Partito in ombra a inizio campionato, ha superato la doppia cifra anche lui riuscendo a mettere da parte protagonismi inutili ed alternando grandi giocate a concretezza più utile alla squadra che al profilo da ex Roma. Dopo alcune stagioni, finalmente idolo della Nord e non più baby prodigio.
MEMUSHAJ: 9
Capitano a tutti gli effetti, vero perno del centrocampo e capace di mettere a segno goal, tanti, che hanno risolto più di una partita. La sua vera importanza si è vista, spesso, quando è mancato: uomo umile, silente nel far legna e sempre pronto come pedina in più nel terminale offensivo. Fondamentale.
BENALI: 8
Lui il terzo punto fermo nella terna offensiva di Oddo, estro e inventiva nel piazzare la palla in zona rossa in maniera imprevedibile, abile a variare fronte togliendo punti di riferimento a ogni difesa. Una condizione altalenante lo ha tenuto spesso fuori dai giochi, ma la squadra ha sempre dipeso dal suo ruolo per le prestazioni migliori.
TORREIRA: 7,5
Fulmine e tuono, accelerazioni incontenibili e interdizione puntuali sulle ripartenze avversarie. Moto perpetuo a servizio di quelli lì davanti, forse frenato da una continuità di rendimento non impeccabile.
VERRE: 7
Tra i più giovani di tutta la rosa, si è presto ritagliato un posto da titolare nel centrocampo dinamico impostato da mister Oddo. In molti, tra chi lo ha affrontato, lo hanno sottovalutato, ritrovandosi a fare i conti con un puledro difficile da imbrigliare.
BRUNO: 7
Tra i più amati dalla tifoseria, nonostante l’impiego poco costante. Vero, forse unico mastino del Pescara, tra i meno tecnici ma sempre presente quando chiamato a fare da diga davanti alla difesa: idolo senza discussione.
ZAMPANO: 8,5
Pendolino, cuore pulsante, catena motrice: dai suoi piedi e dalle sue sgroppate sulla fascia è nata la maggior parte delle azioni del Pescara. Tra i più impiegati senza patire particolari cali fisici e di prestazione. Inestinguibile.
CRESCENZI: 7 –
Copia non conforme del dirimpettaio di fascia, diverse volte in difficoltà difensiva, ma altrettanto imprescindibile per il modulo di Oddo e ottimo come motore di riserva quando su Zampano venivano sono state messe le ganasce.
CAMPAGNARO: 7
Sonni tranquilli quando c’è stato, incubi per intere settimane quando è stato out. Eletto ministro della difesa fin dal suo ingaggio, a lungo atteso e a lungo rimpianto quando gli infortuni lo hanno tenuto fuori dal campo: l’età si sente ma l’esperienza del gran campione ha fatto ancora la differenza nell’area del Pescara.
MANDRAGORA: 7 –
Una delle più belle sorprese della rosa, sebbene promessa annunciata dal cartellino dorato: sicurezza centrale dall’ottima duttilità per la posizione più avanzata, le sue assenze hanno pesato tanto quanto quelle di Campagnaro.
FORNASIER e ZUPARIC 6,5
Hanno spesso fatto patire compagni e tifosi, tra i protagonisti di quelle che per un lungo periodo erano diventate le proverbiali distrazioni difensive del Pescara, ma bravi a riprendersi quando la stagione è entrata nel vivo e a ripulire il proprio nome con gare di tutto rispetto.
FIORILLO: 7
Accusato di papere imperdonabili in alcune gare fondamentali, ma molti dei punti raccolti dal Delfino sono merito dei miracoli compiuti quasi a ogni partita. Di fronte a certi errori dei compagni, avrebbe potuto sparare a zero su mezza difesa e salvare la faccia dietro agli infortuni, invece è sceso in campo anche con le fratture facciali e ha sempre coperto porta e squadra.
MASSIMO ODDO: 10
Il vero fautore del Pescara “Barcellona della B”. Spregiudicatezza, orgoglio, personalità, tenacia e nervo teso: perle di carattere che ha trasferito a pieno ai suoi, pretendendole a ogni gara anche con le maniere forti. Se i goal li ha fatto Lapadula, il gioco che li ha prodotti lo ha creato lui. Motivato, senza mai nasconderlo, dall’attaccamento alla città e ai colori e dalla sfida personale: chiamato lo scorso anno per salvare i cocci del post-Baroni, ha dominato i play-off cadendo solo nella sfortunata serata di Bologna. Quest’anno ce l’ha fatto: la promozione porta la sua firma a caratteri cubitali.