Edificata sulla e con la pietra, Matera è visitata ogni anno da migliaia di turisti.
La città lucana è un museo a cielo aperto ed è, al tempo stesso, una straordinaria testimonianza vivente di un Sud che ha resistito per secoli con regole tutte sue e un suo equilibrio.
Le scale, gli spazi abitativi, le case grotte della città sembrano uscire direttamente da una tela naif realizzata da un pittore esperto, semplice e concreto. Matera, edificata sulla e con la pietra, attraverso essa parla una lingua sua, originale, una lingua fatta di vuoti e di pieni, di ruvidezze e di esistenze, di un’umanità dolente. Matera parla attraverso il linguaggio della forma e della materia.
Il suo abitato e gli immediati dintorni, sparsi nella Gravina e nella Murgia, hanno ospitato i benedettini dell’VIII secolo, e poi, i severi monaci seguaci di San Basilio, perseguitati dai turchi. Matera è stata fatta per proteggere e per pregare si potrebbe dire. E non si sbaglierebbe.
Accogliente pietra, la sua, essa ospita ben centocinquanta cappelle quasi tutte affrescate. Spesso collocate in anfratti difficili da raggiungere eppure integrate, esse sono chiese rupestri che s’incontrano come funghi nati per una città urbanisticamente decorosa nonostante tutto. Vale la pena visitare Matera anche solo per esse.
Le case grotte, forti solo di regole ed equilibri loro, furono evacuate con una Legge Speciale nel 1954, ma sono state ripopolate.
L’effetto è quello di un film: Matera fu scelta da registi come Pasolini e Mel Gibson per lo scenario struggente. La città si presta al mondo della finzione per eccellenza come un reale eppure incredibile set cinematografico. Tanto reale da sembrare fantasia.
Non è un risultato da poco per il Meridione italiano dove, per decenni, si è assistito allo scempio sistematico del paesaggio. Il rispetto del nostro habitat deve accompagnare l’uomo nel III Millennio.
Le case di Matera, pur nella loro povertà, con quegli spazi dove uomini e bestie convivevano, fanno riflettere sulla condizione umana e sul nostro modo di vivere e abitare. Abituati a spazi abbrutiti spazi, consacrati alla disattenzione, estranei al decoro urbanistico, rimaniamo incantati dinnanzi alla semplicità e al decoro della Matera di oggi.
Mariantonietta Sorrentino