Una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che il licenziamento per abuso delle pause durante l’orario di lavoro è legittimo, così come i controlli del datore di lavoro.
È arrivata, nelle scorse settimane, una sentenza della Corte di Cassazione in materia di licenziamenti e controlli da parte del datore di lavoro. In particolare, i giudici della Suprema Corte hanno preso in esame il caso di un dipendente, licenziato dall’azienda per l’abuso delle pause durante il turno di lavoro.

Il provvedimento era scattato in seguito ad alcuni richiami nei confronti del lavoratore da parte dell’azienda che aveva anche assunto un’agenzia investigativa per accertare le presunte violazioni. La Cassazione ha stabilito che in questi casi il licenziamento è legittimo, così come i controlli che devono sempre essere effettuati nel rispetto della legge.
Abuso delle pause di lavoro, legittimo il licenziamento: cosa ha stabilito la Cassazione
La sentenza numero 8707 del 2 aprile 2025 della Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziamento per l’abuso delle pause durante gli orari di lavoro, così come i controlli effettuati dal datore di lavoro per accertare le violazioni.

Gli Ermellini hanno esaminato il caso di un dipendente di un’azienda che si occupa della raccolta di rifiuti porta a porta, licenziato per le frequenti e prolungate soste in alcuni bar che si trovavano nei Comuni, dove l’uomo era impegnato a svolgere le proprie mansioni. L’azienda, dopo vari richiami nei confronti del lavoratore e in seguito agli elementi raccolti, tramite un’agenzia investigativa e varie testimonianze, ha disposto il provvedimento disciplinare nei confronti del dipendente. Tra le prove raccolte anche l’analisi dei dispositivi Gps installati sui mezzi condotti dall’uomo.
Il dipendente ha deciso di impugnare il licenziamento, ma sia in primo grado che in secondo i giudici hanno respinto il ricorso dando ragione all’azienda. La Cassazione ha confermato le due sentenze precedenti ritenendo legittimo il provvedimento emesso per la violazione degli obblighi in materia di pause intermedie durante il lavoro disposti dall’art. 8 del d. lgs. n. 66 del 2003.
I giudici di piazza Cavour, inoltre, hanno valutato come legittimi i controlli effettuati dalla ditta che ha assunto l’agenzia investigativa, circostanza che può avvenire solo se le verifiche hanno come scopo quello di individuare comportamenti che si configurano come illeciti penali o che possono danneggiare il datore di lavoro. I controlli, inoltre, sono validi anche se effettuati in maniera occulta, ma rispettando sempre la correttezza e la privacy del dipendente e non trasformare le verifiche in una sorta di monitoraggio delle attività lavorative.
La Suprema Corte si è anche soffermata sul concetto di “patrimonio aziendale” specificando che questo comprende non solo i beni della stessa, ma anche l’immagine esterna. Nel caso preso in esame, il dipendente con il suo comportamento avrebbe messo a rischio l’immagine della ditta trattandosi di attività per la raccolta di rifiuti porta a porta.