Notte di follia al lido di Pescara: branco di teppisti picchia e investe il titolare e i buttafuori. Indagati per tentato omicidio
Pescara, lungomare Papa Giovanni XXIII, la notte del 20 luglio si è trasformata in una scena da Far West. Un gruppo di quattro giovani ha seminato il panico davanti allo stabilimento balneare “Già sai”. E la Procura non ha dubbi: questi quattro volevano uccidere.

I guai sono iniziati quando i quattro hanno iniziato a fare i bulli con i clienti del locale, uno dei più frequentati dell’estate pescarese. Il titolare, Venerando Patanè, un 48enne del posto, ha giustamente chiamato gli addetti alla sicurezza, Daniel Di Blasio (26) e il senegalese Ablaye Dialio (28). A quel punto la reazione del quartetto è stata di una violenza inaudita.
Patanè è stato subito aggredito, e la stessa sorte è toccata ai buttafuori: calci e pugni talmente forti da farli finire a terra. Un terzo addetto alla sicurezza è intervenuto per aiutare i colleghi, ma si è beccato anche lui un bel pestaggio. Sembrava finita lì, con gli aggressori che si allontanavano a piedi. Ma la loro sete di violenza non era ancora sazia.
Subito dopo, Dante Morelli (19 anni), uno dei quattro, è salito a bordo di una Fiat 500X bianca, è spuntato da via Felice Bernabei e ha svoltato a tutta velocità sul lungomare, puntando dritto contro il titolare e i buttafuori che erano ancora lì sul marciapiede, davanti al “Già sai”. Li ha travolti in pieno, causando loro “gravi lesioni personali”, come sottolinea la Procura. Poi l’investitore si è dileguato a tutta birra, seguito a ruota dagli altri tre complici a bordo di un’Opel Mokka.
Follia sul lungomare di Pescara
L’allarme è scattato alle 3:15 e sul posto sono arrivate di corsa una pattuglia della Guardia di Finanza e le ambulanze del 118. I feriti hanno riportato lesioni guaribili tra i 7 e i 30 giorni, secondo i medici del pronto soccorso. Le indagini hanno preso subito una piega ben precisa grazie a un colpo di fortuna: uno degli aggressori, Luigi Di Rosa (19 anni), durante la fuga ha perso il telefono e, nella custodia, c’era la sua carta d’identità.

Così, grazie anche alle testimonianze, alle targhe delle auto e alle telecamere di sorveglianza, la Finanza ha identificato tutti i coinvolti: Dante Morelli, Brian Spinelli (20 anni), Luigi Di Rosa e Cristoforo Kevin Spinelli (22 anni).
Per il pubblico ministero Andrea Papalia non ci sono dubbi: i quattro volevano uccidere e “non sono riusciti nel loro intento per cause indipendenti dalla loro volontà”. Tradotto: se non fossero stati così imbranati o se le vittime non si fossero spostate in tempo, l’avrebbero fatta grossa.
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Ora l’inchiesta è chiusa e i quattro teppisti hanno venti giorni di tempo per presentare le loro “scuse” o chiedere di essere interrogati. Poi la Procura deciderà se mandarli a processo per tentato omicidio. Una notte di violenza gratuita che potrebbe costare cara a questi quattro energumeni.