Dagli insetti alle meduse, passando per l’olio di krill: il cibo del futuro del futuro si avanti. Speriamo solo di avere ancora l’appetito…
Il futuro dell’alimentazione bussa (anzi, quasi irrompe) alle nostre porte. Dopo che l’Unione Europea ha dato il via libera al commercio della polvere di larve, il tema dei cosiddetti “novel food” è tornato a far discutere. E non parliamo di nuove ricette gourmet, ma di insetti, meduse, e altre “delizie” che, fino a qualche tempo fa, avremmo relegato al più estremo dei programmi di sopravvivenza.

Bruxelles, con un regolamento ad hoc (e un pizzico di coraggio), aveva già “legalizzato” questi nuovi alimenti nel gennaio 2018. Ma ora, con il cambiamento climatico che minaccia i nostri amati (e tradizionali) cibi, la categoria dei “cibi del futuro” si fa sempre più concreta. E anche un po’ inquietante.
Ma cosa sono esattamente questi “novel food”? La definizione è semplice: si tratta di tutti quei prodotti alimentari di cui non si può documentare un consumo significativo in Europa prima del 15 maggio 1997. In pratica, tutto ciò che non rientra nelle nostre tradizioni culinarie. Almeno per ora.
Il novel food e il cibo del futuro
Di conseguenza, prima di finire nei nostri piatti, questi cibi devono superare rigidi controlli di sicurezza ed essere ufficialmente autorizzati. I novel food possono includere alimenti già consumati in altre parti del mondo (anche in passato), ma anche cibi innovativi, prodotti con nuove tecnologie e processi di produzione.
Tra i “nuovi arrivati” troviamo le meduse, sempre più numerose a causa del surriscaldamento delle acque (e, a quanto pare, pronte a vendicarsi finendo nei nostri piatti). Ma anche insetti e larve, che popolano il pianeta in quantità “abnormi” (parole loro, non nostre).

E poi il plancton e l’olio di krill (una sorta di gamberetti microscopici), che costituiscono la base della catena alimentare marina. Senza dimenticare prodotti agricoli esotici come i semi di chia o il succo del noni (un frutto polinesiano). E ancora, alimenti derivati da nuovi processi di produzione, come latte, pane, funghi e lievito trattati con raggi ultravioletti. Insomma, un menù che farebbe impallidire anche il più avventuroso dei food blogger.
Ma come vengono autorizzati questi novel food? La richiesta di autorizzazione deve essere presentata direttamente alla Commissione Ue, e non più alle autorità dei singoli Stati membri. A decidere se un alimento è sicuro per i consumatori è l’Efsa (European Food Safety Authority). Se tutto è ok, il novel food viene inserito nella “Union List”, un elenco comunitario che contiene anche tutte le specifiche, dalla tipologia alimentare alle dosi consigliate.
Ritorno alle origini
E qui arriva la parte “storica” (e un po’ inquietante): per noi europei, pensare a un insetto come cibo è tutt’altro che naturale. Ma in passato non era così. Aristotele, nella sua Historia Animalium, ci racconta che le cicale erano considerate uno spuntino di lusso (chissà cosa avrebbe detto se avesse assaggiato la carbonara). E Plinio il Vecchio ci informa che i Romani andavano matti per le larve di scarabeo. Poi, con lo sviluppo dell’agricoltura, gli insetti sono stati “declassati” a parassiti.
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Ma altre culture hanno continuato a consumarli, e ora, con la globalizzazione e il cambiamento climatico, eccoci qui a parlare di farina di grilli, cavallette caramellate e larve allo spiedo. Ricchi di proteine e grassi insaturi, gli insetti saranno più facili da allevare e reperire, perché richiedono meno acqua e cibo. Un cibo che si prospetta decisivo per sfamare una popolazione in continua crescita.

Un discorso simile vale per le meduse. Ottenuta l’approvazione in materia di igiene e sicurezza, alcune specie potrebbero essere introdotte in Europa a scopo alimentare, contribuendo a frenare la loro eccessiva proliferazione e con un impatto positivo sugli ecosistemi marini.
Insomma, il futuro del cibo sembra essere un mix tra ritorno alle origini (con un occhio alle abitudini alimentari di antichi greci e romani) e innovazione spinta. Speriamo solo che, tra insetti, meduse e olio di krill, ci rimanga ancora un po’ di appetito.