Elettrodotto Terna, Forum Acqua presenta osservazioni: rivedere le autorizzazioni

Pescara. Il Forum Acqua ha scritto alla Capitaneria di Porto di Pescara, alla Regione, ai Ministeri e ai comuni sollevando numerose criticità rispetto all’iter di autorizzazione del progetto per la realizzazione del cavo Montenegro (Tivat) – Pescara – Villanova. Di conseguenza ha chiesto di riesaminare pareri ed autorizzazione.
Ricordiamo che domani 10 dicembre scadono i termini per cittadini, enti ed associazioni per presentare le osservazioni alla Capitaneria di Porto di Pescara che deve valutare il rilascio a Terna della concessione demaniale. Si tratta di uno degli ultimi passaggi prima di vedere sbarcare il cantiere dell’opera a Pescara. Ricordiamo che il cavo a corrente continua arriverà alla foce del Vallelunga per poi penetrare verso San Giovanni teatino ed arrivare a Villanova.

Sono otto i principali punti sollevati nelle osservazioni. Qui di seguito una sintesi.

 
PROTOCOLLO D’INTESA TRA COMUNI E REGIONE ABRUZZO
Il percorso del cavo in Abruzzo è stato oggetto di Protocollo d’Intesa stipulato tra Comune di Pescara, Comune di S. Giovanni teatino, Comune di Cepagatti e Regione Abruzzo il 22/10/2010. Su questo atto si è basata tutta la successiva procedura di autorizzazione.
Tale documento è stato sottoscritto, per la Regione, dall’Arch. Antonio Sorgi. Nel testo non sono riportati gli estremi dell’atto di delega per la stipula dell’accordo da parte del Legale rappresentante della Regione Abruzzo all’Arch. Sorgi. Solo 8 mesi dopo la Giunta Regionale con delibera n.388/2010 del 13/06/2011 approvava lo schema di protocollo (già sottoscritto dal Dr. Sorgi), senza peraltro inserire un’eventuale delega all’Arch. Sorgi tra i punti deliberati. Non appare, comunque, potersi ricondurre l’atto ad una ratifica o ad una convalida in quanto “per la ratifica come per la convalida, occorre l’esatta indicazione dell’atto da ratificare e il vizio che lo inficia, che in questo caso è sempre e comunque l’incompetenza relativa.” (Tar Veneto 1736/2008). In questo caso manca, appunto, l’eventuale indicazione del vizio da sanare.

 
PARERE SUL VINCOLO IDROGEOLOGICO
Dagli atti risulta che il parere sul vincolo idrogeologico è stato rilasciato direttamente dal Corpo Forestale dello Stato quando la competenza su tale vincolo è esclusivamente degli uffici della Regione Abruzzo.

 
DOCUMENTAZIONE ALLEGATA ALL’ISTANZA DI CONCESSIONE DI AREA DEMANIALE
Gli elaborati progettuali contengono un livello di approfondimento del tutto inaccettabile ai fini dell’ottenimento della concessione e, sono, a nostro parere, superficiali e fuorvianti. A mero titolo di esempio viene riportata una mappa con scritto “scala 1.300.000” del tutto errata; in generale la cartografia e le planimetrie sono del tutto insufficienti per comprendere gli effetti sul contesto circostante. Inoltre le lavorazioni di cantiere potrebbero determinare la sospensione di sedimenti che negli elaborati non vengono neanche quantificati e caratterizzati nonostante la vicinanza alla Riserva della Pineta dannunziana, che tutela anche un tratto di arenile.

 

 

MANCANZA DELLA PROCEDURA DI ASSOGGETTABILITA’ A V.I.A./APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA 2008/56/CE SULLA STRATEGIA MARINA
L’intervento, così come descritto, avente, cioè, una serie di lavorazioni che comprendono scavi lungo il litorale e posa in opera di manufatti di carattere permanente sulla spiaggia, rientra tra quelli per i quali è prevista la procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. di cui all’Art.20 del D.lgs.152/2006. Tra l’altro la Direttiva 2008/56/EC “Direttiva quadro 2008/56/CE sulla strategia per l’ambiente marino” include espressamente, tra i fattori da considerare per il raggiungimento del buono stato ecologico dell’ambiente marino il rumore e l’introduzione di energia. E’ del tutto evidente che il combinato disposto di tali previsioni di legge determina la necessità di assoggettare l’intervento alle procedure valutative che finora non sono state svolte.

 
MANCANZA DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PER LA VARIANTE DEL PIANO REGOLATORE DI CEPAGATTI
Il Piano regolatore del Comune di Cepagatti non era coerente con la realizzazione della stazione d’arrivo. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera determinerebbe una “variante automatica” del Piano. In ogni caso, per la variante sostanziale di un piano serve la Valutazione Ambientale Strategica, che prevede la partecipazione di enti e cittadini. Nella procedura hanno preso per buona quella svolta sul Piano di Sviluppo nazionale di TERNA, che opera ad una scala totalmente diversa e alla cui predisposizione non è stato invitato a partecipare il comune di cui sarebbe stato variato il Piano regolatore!

 
VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE
Il progetto non è stato sottoposto alla Valutazione di Incidenza Ambientale prevista dalla Direttiva 43/92/CE “Habitat”, in quanto le opere non ricadrebbero all’interno di Siti Natura2000. La Commissione Europea, però, ha chiarito da tempo che la valutazione deve essere svolta anche per progetti realizzati esternamente a siti Natura2000 se possono avere anche solo potenzialmente effetti sulla naturalità dei siti. A mero titolo di esempio, nei mesi di luglio-settembre 2014 due navi oceanografiche, la ARGO e la A/S Franklin, hanno operato rilievi del fondale marino necessari per la posa in opera del cavo. Tali unità impiegano routinariamente tecnologie quali il sonar multi-beam per le loro ricerche. E’ noto che l’uso di tali strumentazioni può avere un effetto deleterio anche a lunga distanza – centinaia di chilometri – sulla fauna acquatica e in particolare sui cetacei. Per questo l’opera doveva essere sottoposta a Valutazione di Incidenza Ambientale.

 
RIESAME DELLE PROCEDURE AUTORIZZATORIE E DI V.A.S.
Alla base del procedimento autorizzativo e, soprattutto, delle varie VAS dei Piani di sviluppo di Terna vi erano delle “certezze” che, alla prova dei fatti, non si sono rivelate come tali.
Tali convinzioni sono state riassunte efficacemente da Terna in un comunicato del 29 novembre 2010 dal roboante titolo “Verità e bugie sull’elettrodotto Villanova – Tivat” in cui si dichiarava, tra l’altro: “Si ricorda che il cavo “Villanova-Tivat” è un’opera europea fondamentale per la sicurezza del sistema elettrico abruzzese, ed è di importanza strategica anche a livello nazionale. Inclusa tra le infrastrutture prioritarie dalla Commissione Europea (corridoio 8), che ne ha co-finanziato tutti gli studi, perché collega l’intera aera Balcanica all’Europa attraverso l’Italia, consentirà al nostro Paese di avere energia a minor prezzo e per lo più rinnovabile, e senza un euro di denaro pubblico.”
Pochi giorni fa il Governo ha risposto a due interrogazioni parlamentari, la n.5-02298 (Colletti) e la n.5-03002 (Carrescia) ammettendo che le condizioni economiche/ambientali sono cambiate profondamente rispetto all’epoca in cui l’opera è stata prospettata, periodo in cui si temeva di non rispettare gli obiettivi di produzione da fonti rinnovabili con conseguenze importanti dal punto di vista delle eventuali oneri economici che il Paese si sarebbe trovato a pagare. Per questo si accettava di pagare un costo di ben 155 Euro/MWh (contro i 63 Euro pagati a Mwh nel 2013) per l’energia proveniente dai Balcani che avrebbe compensato gli eventuali oneri provenienti dalle multe comunitarie.
Con i dati di produzione attuali, invece, l’obiettivo interno di produzione da fonti rinnovabili al 2020 sarà probabilmente superato. In un colpo solo vengono meno i principali capisaldi di tipo economico e ambientale alla base dell’intervento stesso, proprio quelli con cui sono stati “convinti” della bontà (o indifferibilità) dell’opera cittadini ed enti locali.
Tra l’altro, recentemente, il cavo è stato inserito tra le opere finanziabili dalla UE; potrebbe decadere presto anche un terzo caposaldo, quello di garantire la costruzione dell’opera “senza un euro di denaro pubblico”, per dirla con le parole di Terna.
La Direttiva 42/2001/CE precisa che i piani e i programmi approvati con una V.A.S. devono contenere un monitoraggio della loro attuazione. In questo caso non solo è cambiato completamente lo scenario macro-economico ed ambientale rispetto a quello preso in considerazione dai Piani di sviluppo di Terna ma è caduto anche un terzo caposaldo, quello della “sicurezza del sistema elettrico abruzzese”. Secondo i dati della stessa Terna nella Regione nel 2013 sono stati consumati 6.808 Gwh contro un picco di 7.272 Gwh nel 2008. Gli impianti abruzzesi sono potenzialmente capaci di coprire anche un eventuale picco di consumo annuo più elevato del 2008, visto che nel 2009 hanno prodotto ben 7.651 Gwh! Tali informazioni impongono, dunque, una rivalutazione proprio sulla base delle norme relative alla Valutazione Ambientale Strategica al fine di ridurre ogni inutile consumo di suolo e tutti gli altri impatti socio-ambientali che comunque l’opera comporta.

 
CONVENZIONI CON I COMUNI DI PESCARA, S.GIOVANNI TEATINO E CEPAGATTI – IMPATTO SUI BILANCI COMUNALI
Nelle Convenzioni tra Terna e comuni non sarebbe stata considerata alcuna compensazione per le eventuali riduzioni delle entrate fiscali derivanti dai minori oneri che i proprietari degli immobili dovranno versare nelle casse comunali (IMU ecc.) a seguito del deprezzamento del valore degli stessi. Tale situazione potrebbe comportare nel medio e lungo periodo un mancato introito per i comuni di dimensioni estremamente rilevanti in quanto l’opera interessa aree densamente abitate, azzerando ogni vantaggio di tipo economico (o, addirittura, causando un saldo netto negativo!).
Se quanto sopra riportato corrisponde al vero, ci troveremmo di fronte ad un fatto estremamente grave al quale porre rimedio immediatamente prima che gli effetti inizino ad esplicarsi nei bilanci comunali.

 

 

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