Demanio idrico, mancato adeguamento dei canoni: la Regione ‘rinuncia’a 30 milioni di euro

D_Alessandro_Cesare“La Regione Abruzzo potrebbe recuperare 30 milioni di euro dai canoni dell’acqua per uso idroelettrico, ma non lo fa”. A dichiararlo è il vice capogruppo dell’IdV, Cesare D’Alessandro, che si chiede: “Perché Chiodi da due mesi si è chiuso in un ostinato silenzio e non risponde alle richieste di chiarimenti che gli vengono da più parti sul mancato adeguamento dei canoni del demanio idrico?”.

“In tempi di vacche magre” aggiunge “Chiodi si permette il lusso di rinunciare a 30 milioni di euro che per l’Abruzzo sono più di una manovra finanziaria; questo solo perché non ha adeguato il canone per l’uso idroelettrico dell’acqua. Oggi in Abruzzo il canone è di poco superiore ai 14 euro per Megawatt mentre in Molise e in Basilicata è stato aggiornato a 35 euro. La Regione Abruzzo incassa canoni in base ad una potenza nominale di 362MW che è quella che risulta nel 2010. Ma il Gestore dei Servizi Energetici ne ha quantificata una reale di 1200 MW, praticamente tre volte tanto. In soldoni, invece di 5 milioni di euro attualmente introitati, si potrebbero incassare ben 35 milioni. A questo punto sorge spontanea la domanda: perché Chiodi non adegua i canoni e soprattutto perché non dedica alla questione un minimo di attenzione e fa una puntuale verifica degli impianti di produzione idroelettrica presenti nella Regione, perché non si accerta degli incassi e recupera le probabili differenze? O il nostro bilancio regionale non ha più bisogno di entrate?”

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