Risparmio energetico:prelievo forzoso del 10% sulle imprese abruzzesi

enzo_giammarinoPescara. Un prelievo forzoso del 10 per cento, deciso nella Finanziaria ed effettuato da Poste Italiane e dalle banche al momento del pagamento dei lavori per interventi di ristrutturazione o di riqualificazione energetica. E per poter beneficiare dei sgravi del 36 e del 55 per cento, i clienti devono obbligatoriamente pagare i lavori o gli acquisti attraverso bonifico.

 

È una vera e propria stangata quella che dal primo luglio si vedono applicare le imprese abruzzesi, sia del commercio che dell’artigianato, operanti nei settori edilizia ed energia. “Nei fatti lo Stato chiede agli imprenditori un’anticipazione del 10 per cento sul fatturato, promettendo di restituire la somma sottoforma di credito d’imposta per quei pochi imprenditori che in questa situazione otterranno utili”, sottolinea Enzo Giammarino, direttore regionale di Confesercenti, “ma per l’Abruzzo questa è una vera e propria tegola inattesa”. Perché, stima Mario Del Corvo, imprenditore del settore e presidente della Cooperativa Artigiana di Garanzia “Regione Abruzzo”, uno dei due confidi del gruppo Confesercenti, “il reddito operativo delle imprese del settore non arriva in alcun modo al 10 per cento: si ferma al 5-6 per cento. E così facendo, alle imprese si impone l’azzeramento del proprio margine di guadagno: una situazione inaccettabile, perché in questo modo diventa difficile per migliaia di imprese arrivare alla fine del 2010”. Alla crisi, sottolinea il presidente di Confesercenti Beniamino Orfanelli, “si sta aggiungendo una presenza ormai insostenibile della pressione fiscale, che aumenta a dismisura colpendo proprio le piccole e medie imprese. Le tasse vanno pagate, ma devono essere proporzionali al reddito reale delle imprese: in questo caso invece lo supera abbondantemente”. Per questa ragione da Confesercenti parte un appello ai parlamentari abruzzesi: “Questa regione sta vivendo una crisi economica profonda e di cui non si vede ancora la fine”, sottolinea Giammarino, “le imprese che hanno resistito non possono essere travolte da una nuova impennata della pressione fiscale. Non in Abruzzo, non con metà regione immobilizzata da una ricostruzione lenta, non con un mercato che stenta a riprendersi. Non appena riprenderanno i lavori, i parlamentari abruzzesi si facciano portavoce di questa situazione, che rischia di seppellire uno dei settori storicamente trainanti dell’artigianato e del commercio come l’edilizia. Anche perché, oltre alla beffa, si rischia di trovarsi di fronte anche ad un danno consistente: la norma sembra fatta appositamente per incentivare l’evasione fiscale, e questo è un danno per tutti”.

 

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